Buonasera a tutti,
ho letto le vostre risposte e ho notato che parlate di: regolamento di condominio, consuntivo e preventivo, spese fisse condominiali e quant'altro, chiedo venia, forse non ho postato corretamante il caso.
Cerco di spiegarmi meglio. ovviamente tutte le varie voci di spesa come acsensore, pulizia scale, compenso all'amministatore, ecceterea, eccetera, vanno suddivise per dodicesimi e se un alloggio rimane sfitto, le quote le paga il proprietario ci mancherebbe altro!
Concetriamoci ivece solo sulla voce " riscaldamento".
Per esempio, fino a quando non avavamo le termovalvole, la ripartizine spese si facava in base ai millesimi di riscaldamento di ogni unità immobiliare dello stabile.
Ora, se un immobile rimanava sfitto 2 o 3 mesi invernali, il proprietario doveva pagare le quote che gli competevano al raggingimento del 100% della spesa di riscaldamento,
ma se lo stesso immobile rimaneva sfitto nei mesi estivi, quindi da inizio maggio a tutto settembre, quello stesso proprietario non avrebbe speso nemmeno un centesimo dl riscaldamento, inquanto l'impianto era spento, spero che fin'quà non ci sia nulla da obbiettare. Almeno da noi gli amministratori adottavano questo metodo.
Con l'entrata in vigore della contabilizzazione del calore invece, i millesimi non servono piu ma si fa riferimento alla superfice radiante di ogni termosifone, e si è introdotta la suddivisione della quota spettante ad ogni immobile in due parti, una "fissa" e l'altra a consumo. Cio detto (e questo è il mio modo di vedere e ragionare) se lo stesso proprietario dell'esempio di prima gli rimane l'alloggio sfitto nei mesi estivi, e quindi a impianto fermo, perchè gli viene addebitato una parte di "quota fissa"? A mè non sembra affatto corretto , e voi che ne dite?
ho letto le vostre risposte e ho notato che parlate di: regolamento di condominio, consuntivo e preventivo, spese fisse condominiali e quant'altro, chiedo venia, forse non ho postato corretamante il caso.
Cerco di spiegarmi meglio. ovviamente tutte le varie voci di spesa come acsensore, pulizia scale, compenso all'amministatore, ecceterea, eccetera, vanno suddivise per dodicesimi e se un alloggio rimane sfitto, le quote le paga il proprietario ci mancherebbe altro!
Concetriamoci ivece solo sulla voce " riscaldamento".
Per esempio, fino a quando non avavamo le termovalvole, la ripartizine spese si facava in base ai millesimi di riscaldamento di ogni unità immobiliare dello stabile.
Ora, se un immobile rimanava sfitto 2 o 3 mesi invernali, il proprietario doveva pagare le quote che gli competevano al raggingimento del 100% della spesa di riscaldamento,
ma se lo stesso immobile rimaneva sfitto nei mesi estivi, quindi da inizio maggio a tutto settembre, quello stesso proprietario non avrebbe speso nemmeno un centesimo dl riscaldamento, inquanto l'impianto era spento, spero che fin'quà non ci sia nulla da obbiettare. Almeno da noi gli amministratori adottavano questo metodo.
Con l'entrata in vigore della contabilizzazione del calore invece, i millesimi non servono piu ma si fa riferimento alla superfice radiante di ogni termosifone, e si è introdotta la suddivisione della quota spettante ad ogni immobile in due parti, una "fissa" e l'altra a consumo. Cio detto (e questo è il mio modo di vedere e ragionare) se lo stesso proprietario dell'esempio di prima gli rimane l'alloggio sfitto nei mesi estivi, e quindi a impianto fermo, perchè gli viene addebitato una parte di "quota fissa"? A mè non sembra affatto corretto , e voi che ne dite?