Questa volta avrei piacere avere di un vostro parere per un caso reale.
La situazione è questa:
nel 1999, A (vivente che attualmente è coniugato in regime di comunione dei beni con B ed ha due figli minori C e D) dona ai genitori E ed F un immobile di civile abitazione.
Oggi 2010 E ed F intendono vendere ad un terzo.
Tenendo conto che E ed F hanno un 'altro figlio G, che E ha una sorella H vivente e coniugata con I (con prole), che F aveva tre sorelle L,M,N (tutte decedute), quale è secondo voi la procedura che tutela maggiormente il terzo acquirente, per evitare eventuali impugnazioni.
A mio parere è quello di risolvere la donazione (o revocarla, non mi ricordo bene il termine esatto) in modo che A torni in possesso dell'immobile e lui lo venda al terzo.
L'unico dubbio che ho è che avevo letto da qualche parte, che secondo alcuni orientamenti (minoritari credo), la revoca di una donazione potrebbe essere interpretata come una "controdonazione".
Se così fosse, e partecipassero all'atto notarile di revoca, anche G (figlio di EF e fratello diA), e B (moglie di A) e H (sorella di E), si potrebbe stare tranquilli?
Ci sono altre soluzioni? (a parte fideiussioni varie)
E nel caso della procedura di revoca, rivendendo A subito dopo, va incontro al pagamento di imposte (io credo di no).
Il caso esposto, non è solo "accademico", ma è una situazione reale ala quale devo trovare una soluzione.
Attendo fiducioso il parere di esperti ed utenti, e naturalmente vi terrò aggiornati sugli sviluppi.
Grazie sin d'ora a tutti.
PS: mi sono accorto ora che fra un po' finivo le lettere
La situazione è questa:
nel 1999, A (vivente che attualmente è coniugato in regime di comunione dei beni con B ed ha due figli minori C e D) dona ai genitori E ed F un immobile di civile abitazione.
Oggi 2010 E ed F intendono vendere ad un terzo.
Tenendo conto che E ed F hanno un 'altro figlio G, che E ha una sorella H vivente e coniugata con I (con prole), che F aveva tre sorelle L,M,N (tutte decedute), quale è secondo voi la procedura che tutela maggiormente il terzo acquirente, per evitare eventuali impugnazioni.
A mio parere è quello di risolvere la donazione (o revocarla, non mi ricordo bene il termine esatto) in modo che A torni in possesso dell'immobile e lui lo venda al terzo.
L'unico dubbio che ho è che avevo letto da qualche parte, che secondo alcuni orientamenti (minoritari credo), la revoca di una donazione potrebbe essere interpretata come una "controdonazione".
Se così fosse, e partecipassero all'atto notarile di revoca, anche G (figlio di EF e fratello diA), e B (moglie di A) e H (sorella di E), si potrebbe stare tranquilli?
Ci sono altre soluzioni? (a parte fideiussioni varie)
E nel caso della procedura di revoca, rivendendo A subito dopo, va incontro al pagamento di imposte (io credo di no).
Il caso esposto, non è solo "accademico", ma è una situazione reale ala quale devo trovare una soluzione.
Attendo fiducioso il parere di esperti ed utenti, e naturalmente vi terrò aggiornati sugli sviluppi.
Grazie sin d'ora a tutti.
PS: mi sono accorto ora che fra un po' finivo le lettere