nicolagiak
Nuovo Iscritto
Vi espongo in breve i fatti:sono figlio unico e mia madre (docente presso una scuola superiore) sta per vendere l'immobile che ha ereditato dai suoi genitori e che è quello in cui sino ad oggi abbiamo vissuto. All'atto di vendita dinanzi al notaio e all'acquirente, le ho richiesto di partecipare personalmente, al fine di vagliare al meglio la congruità dell'offerta (perchè non è molto capace di ben amministrare il denaro e gli affari in genere). La risposta è stata negativa, asserendo che io non posso partecipare in quanto non avente voce in capitolo. Preavviso che io sono un brillante studente laureato e sto proseguendo i miei studi fuori sede; ciò mi comporta degli alti costi che vengono, ahimè, coperti SOLO dalle mie esigue entrate provenienti da lavoretti vari (quindi senza alcun sussidio, neanche minimo, da parte di mia madre). Per di più, mia madre ha vari debiti presso banche e, per coprire i quali, le rigiro pura la mia reversibile pari a 700,00 euro mensili (a me intestata a seguito del decesso di mio padre). Giungo quindi alla domanda: sulla base di una tale situazione, esiste un rimedio giuridico per imporre a mia madre la mia presenza all'atto della registrazione e della firma sul contratto davanti al notaio? E se no, una volta firmato e registrato il contratto, quali rimedi giurisdizionali sono in mia disponibilità per ovviare ad eventuali pregiudizi che finiribbero per ricadere sulle mie spalle?
Ringraziandovi, colgo l'occasione per porgere cordiali saluti.
Ringraziandovi, colgo l'occasione per porgere cordiali saluti.