Vorrei un vostro parere. Qui a Palermo l'Amap, l'acquedotto municipale che opera in regime di monopolio, intesta il contatore della fornitura solo al proprietario dell'immobile, civile o commerciale. Se il conduttore del locale vuole intestare a lui l'utenza, come sarebbe del tutto normale, l'Amap pretende il nullaosta del proprietario e nel modulo di concessione del nullaosta è inserita una clausola con cui il proprietario garantisce il pagamento della fornitura. Non è possibile eliminare questa clausola di solidarietà. Tanto premesso a me pare che tale pretesa sia un vero e proprio abuso a carico del contraente debole, che o accetta o niente acqua. Vorrei sapere se secondo voi, e magari se qualcuno ha avuto questa esperienza a Palermo, è una clausola vessatoria valida oppure si potrebbe contestare in sede giudiziaria. Nessuno dei fornitori di servizio pubblico pretende questo (Enel, Telecom, Azienda del gas). Io penso che sia un vero e proprio abuso a danno dei proprietari e a garanzia dell'Amap. Vorrei da qualche esperto una risposta argomentata anche -possibilmente- con riferimento ad una normativa che vieti questo abuso. A mio parere è una clausola vessatoria illegale, sopratutto se il sottoscrittore (proprietario) è un privato e non esercita attività professionale o commerciale.
Mi sono posto questo problema perché un magazzino di mia proprietà, da anni adibito ad autolavaggio, si libera per finita locazione dopo quasi venti anni. Al momento di liquidare l'indennità di perdita di avviamento ho controllato, con la collaborazione dell'inquilino, eventuali pendenze con l'Amap ed è venuto fuori un debito di fornitura di 1.200 euro che ho detratto dalla indennità. Se non avessi fatto questo controllo la somma sarebbe rimasta a mio carico per rivalsa dell'Amap. Certamente avrei potuto poi rivalermi contro il conduttore ma senza nessuna possibilità concreta di recuperare la somma.
Mi sono posto questo problema perché un magazzino di mia proprietà, da anni adibito ad autolavaggio, si libera per finita locazione dopo quasi venti anni. Al momento di liquidare l'indennità di perdita di avviamento ho controllato, con la collaborazione dell'inquilino, eventuali pendenze con l'Amap ed è venuto fuori un debito di fornitura di 1.200 euro che ho detratto dalla indennità. Se non avessi fatto questo controllo la somma sarebbe rimasta a mio carico per rivalsa dell'Amap. Certamente avrei potuto poi rivalermi contro il conduttore ma senza nessuna possibilità concreta di recuperare la somma.