Buongiorno a tutti,
sono nuova ed è la prima volta che scrivo.
Nel 2014 ho acquistato una nuda proprietà pagando l'85% del valore della piena proprietà (l'usufruttuario aveva 89 anni). L'agenzia immobiliare al momento del rogito mi aveva detto che avrebbe fatto inserire al notaio una clausola di diritto di prelazione; mi era stato detto che, qualora l'usufruttuario (vista l'età e la poca autosufficienza) fosse stato ricoverato in una casa di riposo, inserendo questa clausola avrei potuto acquistare l'usufrutto e riunire così prima del tempo usufrutto e nuda proprietà.
L'immobile è in condizioni pietose: è completamente da ristrutturare e privo di manutenzione (prima che l'usufruttuario andasse in casa di riposo era stato chiuso il contatore del gas perché non a norma).
L'usufruttuario è stato ricoverato l'anno scorso in casa di riposo. L'unica persona con la quale ho contatti è un nipote dell'usufruttuario, che dice di esserne l'amministratore di sostegno. Non so attualmente le reali condizioni di salute di questa persona, non so dove si trovi; so solamente che la casa è chiusa da più di un anno.
A settembre 2017 ho contattato il nipote dicendo di essere interessata ad acquistare l'usufrutto, proponendo una cifra ottenuta mediante dei calcoli visti in rete. Effettivamente la cifra era troppo bassa e, dopo aver sollecitato per mesi per avere una risposta, sono stata contattata direttamente dal suo avvocato dicendo che se volevo acquistare l'usufrutto dovevo pagare praticamente la stessa cifra che ho speso per acquistare la nuda proprietà.
Mi sono rivolta quindi ad un avvocato il quale ha scritto all'amministratore di sostegno dicendo che ero disposta sia ad acquistare l'usufrutto, anche mediante la costituzione di una rendita a favore dell'usufruttuario, sia a a stipulare un contratto di locazione esercitando il diritto di prelazione concesso durante la stipula del contratto di acquisto.
Entrambe le opzioni sono state rifiutate e la giustificazione è stata che l'usufruttuario potrebbe tornare a casa prossimamente (attualmente ha 93 anni e non è autosufficiente; per di più sono a conoscenza del fatto che il nipote sta svotando la casa e vendendo i beni mobili).
Qualche giorno fa ho ricontattato il nipote dell'usufruttuario proponendo un'altra cifra per l'acquisto dell'usufrutto, ovvero ho detto che sono disposta a pagare il 15% rimanente del valore totale dell'immobile da me acquistato in nuda proprietà. Ancora non ho avuto una risposta.
Sono abbastanza stufa di questa situazione e mi sento anche un po' presa in giro dal nipote dell'usufruttuario. Come posso agire?
Posso impugnare eventualmente anche il rogito, non essendo trascorsi ancora 5 anni, perché la clausola del diritto di prelazione inserita, a detta del mio avvocato, non è quello che mi era stato detto dall'agenzia ma vale praticamente zero (anche perché è stata scritta su un foglio anonimo)?
Scusate se mi sono dilungata ma ho cercato di riassumere tutta la vicenda.
Grazie e buona giornata,
Chiara
sono nuova ed è la prima volta che scrivo.
Nel 2014 ho acquistato una nuda proprietà pagando l'85% del valore della piena proprietà (l'usufruttuario aveva 89 anni). L'agenzia immobiliare al momento del rogito mi aveva detto che avrebbe fatto inserire al notaio una clausola di diritto di prelazione; mi era stato detto che, qualora l'usufruttuario (vista l'età e la poca autosufficienza) fosse stato ricoverato in una casa di riposo, inserendo questa clausola avrei potuto acquistare l'usufrutto e riunire così prima del tempo usufrutto e nuda proprietà.
L'immobile è in condizioni pietose: è completamente da ristrutturare e privo di manutenzione (prima che l'usufruttuario andasse in casa di riposo era stato chiuso il contatore del gas perché non a norma).
L'usufruttuario è stato ricoverato l'anno scorso in casa di riposo. L'unica persona con la quale ho contatti è un nipote dell'usufruttuario, che dice di esserne l'amministratore di sostegno. Non so attualmente le reali condizioni di salute di questa persona, non so dove si trovi; so solamente che la casa è chiusa da più di un anno.
A settembre 2017 ho contattato il nipote dicendo di essere interessata ad acquistare l'usufrutto, proponendo una cifra ottenuta mediante dei calcoli visti in rete. Effettivamente la cifra era troppo bassa e, dopo aver sollecitato per mesi per avere una risposta, sono stata contattata direttamente dal suo avvocato dicendo che se volevo acquistare l'usufrutto dovevo pagare praticamente la stessa cifra che ho speso per acquistare la nuda proprietà.
Mi sono rivolta quindi ad un avvocato il quale ha scritto all'amministratore di sostegno dicendo che ero disposta sia ad acquistare l'usufrutto, anche mediante la costituzione di una rendita a favore dell'usufruttuario, sia a a stipulare un contratto di locazione esercitando il diritto di prelazione concesso durante la stipula del contratto di acquisto.
Entrambe le opzioni sono state rifiutate e la giustificazione è stata che l'usufruttuario potrebbe tornare a casa prossimamente (attualmente ha 93 anni e non è autosufficiente; per di più sono a conoscenza del fatto che il nipote sta svotando la casa e vendendo i beni mobili).
Qualche giorno fa ho ricontattato il nipote dell'usufruttuario proponendo un'altra cifra per l'acquisto dell'usufrutto, ovvero ho detto che sono disposta a pagare il 15% rimanente del valore totale dell'immobile da me acquistato in nuda proprietà. Ancora non ho avuto una risposta.
Sono abbastanza stufa di questa situazione e mi sento anche un po' presa in giro dal nipote dell'usufruttuario. Come posso agire?
Posso impugnare eventualmente anche il rogito, non essendo trascorsi ancora 5 anni, perché la clausola del diritto di prelazione inserita, a detta del mio avvocato, non è quello che mi era stato detto dall'agenzia ma vale praticamente zero (anche perché è stata scritta su un foglio anonimo)?
Scusate se mi sono dilungata ma ho cercato di riassumere tutta la vicenda.
Grazie e buona giornata,
Chiara