Salve, cerco di essere breve e concisa e vado al dunque...
Tizio, in virtù di una scrittura privata redata nel '70 entra in possesso di un bene condominiale (locale C2), non censito ma, di fatto, bene comune condominiale. Nella medesima scrittura il condominio si impegnava a trasferirne la proprietà effettiva con atto notarile, perchè in cambio Tizio acconsentiva all'interramento di un serbatoio NECESSARIO per il riscaldamento del Condominio.
Naturalmente gli anni passavano ma l'atto dal notaio non si faceva mai.
Nel '97 Tizio vende il suo appartamento a Caio, trasferendo di fatto anche il possesso di questo locale (sull'atto di acquisto non se ne fa menzione perchè l'atto riguardava la VENDITA della casa e non certo ANCHE di questo locale....).
Nel 2001 iniziano i problemi perchè la gente/condomini cambia e come al solito, siccome ogni Condominio ha la sua pecora nera, iniziano a punzecchiare verbalmente Caio a causa di questo locale che farebbe comodo ad altri...
Nel 2007 Caio non ce la fa più e fa causa al Condominio per usucapire il locale in questione.
Su 14 Condomini totali (incluso Caio) 12 si costituiscono e non rivendicano nulla (riconoscendo di fatto la richiesta come lecita) mentre 1 - ovviamente si costituisce e si oppone, contestando, in sostanza, che il ventennio non è maturato perchè Caio è diventato proprietario nel '97. Dall'altra parte invece gli altri condomini riconoscono e non obbiettano il fatto del "passaggio/trasferimento" dal vecchio possessore al nuovo. Perchè di fatto il possesso non è stato interrotto, ma è stato continuativo negli anni (come anche da prova testimoniale dell'amministratore in carica all'epoca del trasferimento di proprietà dell'appartamento...)
DOMANDA: il possesso ventennale come si calcola? Secondo voi va di pari passo con l'appartamento oppure essendo cambiato il proprietario della casa si parte da zero?
Siccome, come ben potrete immaginare, le cause durano anni ed ancora non si vede aria di sentenza, vorrei conoscere un vs. parere in merito.
Grazie
Tizio, in virtù di una scrittura privata redata nel '70 entra in possesso di un bene condominiale (locale C2), non censito ma, di fatto, bene comune condominiale. Nella medesima scrittura il condominio si impegnava a trasferirne la proprietà effettiva con atto notarile, perchè in cambio Tizio acconsentiva all'interramento di un serbatoio NECESSARIO per il riscaldamento del Condominio.
Naturalmente gli anni passavano ma l'atto dal notaio non si faceva mai.
Nel '97 Tizio vende il suo appartamento a Caio, trasferendo di fatto anche il possesso di questo locale (sull'atto di acquisto non se ne fa menzione perchè l'atto riguardava la VENDITA della casa e non certo ANCHE di questo locale....).
Nel 2001 iniziano i problemi perchè la gente/condomini cambia e come al solito, siccome ogni Condominio ha la sua pecora nera, iniziano a punzecchiare verbalmente Caio a causa di questo locale che farebbe comodo ad altri...
Nel 2007 Caio non ce la fa più e fa causa al Condominio per usucapire il locale in questione.
Su 14 Condomini totali (incluso Caio) 12 si costituiscono e non rivendicano nulla (riconoscendo di fatto la richiesta come lecita) mentre 1 - ovviamente si costituisce e si oppone, contestando, in sostanza, che il ventennio non è maturato perchè Caio è diventato proprietario nel '97. Dall'altra parte invece gli altri condomini riconoscono e non obbiettano il fatto del "passaggio/trasferimento" dal vecchio possessore al nuovo. Perchè di fatto il possesso non è stato interrotto, ma è stato continuativo negli anni (come anche da prova testimoniale dell'amministratore in carica all'epoca del trasferimento di proprietà dell'appartamento...)
DOMANDA: il possesso ventennale come si calcola? Secondo voi va di pari passo con l'appartamento oppure essendo cambiato il proprietario della casa si parte da zero?
Siccome, come ben potrete immaginare, le cause durano anni ed ancora non si vede aria di sentenza, vorrei conoscere un vs. parere in merito.
Grazie