... e quindi si escludono solo le pareti perimetrali, mentre ciò che è interno (che si tratti di semplici divisori, di muri portanti o di pilastri) van considerato.
Da ingegnere, anche se non del ramo, riconosco che la cosa, per la finalità in questione, ha un senso.
Ma visto che la norma parla solo di "superficie utile" senza dire cosa includere e cosa no, uno si sente di applicarla come ritiene più opportuno.
Ubi lex voluit, dixit. Ubi noluit, tacuit.
Le norme che stabiliscono i calcoli da effettuare per determinare la certificazione energetica, sono sempre in costante evoluzione.
All'origine si faceva il calcolo netto e poi si aggiungevano gli spessori dei muri e tutto ciò si faceva manualmente, con errori grossolani, e con perdite a non finire (tra l'altro i confini riscaldati non si contavano).
Poi venne il 2+ ed ecco che tutto si rivoluzionò, e con loro i supporti informati per il calcolo automatizzato; ed allora le superfici nette sono diventate lorde (giustamente) e le pareti sia esterne che interne che confinanti, si detraggono da soli per ottenere le diverse forme di esposizione al disperdimento.
Ora, per stabilire cosa deve essere o meno nel calcolo della certificazione, bisogna saper fare le certificazioni e sapere come farle; Una cosa è la norma che parla di superficie netta, ma nessuno poi prende gli aggiornamenti e va a vedere l'articolo o il comma che modifica quella norma iniziale.
Per il calcolo delle superfici, come la vuoi mettere, non importa, perchè se sai fare i calcoli, ti accorgi che se utilizzi la superficie lorda allora hai già compreso gli spessori tutti i disperdenti, ovunque siano esposti; mentre se la fai netta, li dovrai aggiungere, e pertanto c'è poco da interpretare a cacchio ... i conti sono sempre quelli e chiari.
Spero averti chiarito il tutto.