Incipit perfetto "l'ottimo è nemico del bene", ma forse inibisce tutti quanti hanno ottime idee che perciò non le esprimono
Dunque proviamo a mettere un po' di carne al fuoco, sperando che sia sufficientemente buona da stimolare altre cose buone.
Adriano ha presentato i due problemi complementari: semplificando i termini - per non formalizzarci fin da subito - parla di agenti scorretti verso gli utenti e utenti scorretti verso gli agenti.
Trasporto nella presente discussione l'esperienza maturata in un altro lavoro professionale; trattandosi di argomenti generici non ci dovrebbero essere problemi.
Mi sembra di poter vedere la posizione di forza soprattutto nel Professionista (in questo caso Agente Immobiliare) che fin dal primo contatto è certamente colui che "guida" il rapporto.
Quindi il secondo problema, ossia la tutela del Professionista stesso, è più facile da trattare: l'esperienza nella redazione del contratto, tanto con il venditore quanto con i potenziali acquirenti, sarà la chiave per una efficiente risoluzione.
Vale la pena di sottolineare che, se davvero l'esperienza è così importante, agli Agenti più esperti competerà la sua corretta diffusione. Purtroppo molti di noi "vecchi" sono gelosi della propria esperienza, e stentano a trasfonderla nelle nuove leve; non capiscono che senza un nutrito ricambio la categoria langue.
Ma, se questa interpretazione è giusta, è evidente che non c'è possibilità di implicare gli Utenti nella soluzione del problema, che dev'essere cercata all'interno.
Il primo problema è invece molto più complesso, perché la correttezza verso gli Utenti è caratteristica del singolo Professionista. E diventa inevitabile orientarsi verso delle forme di controllo che possono divenire molto onerose, e quindi inefficaci.
In altra discussione, Adriano stesso ha parlato della reputazione dell'Agente come di un primo elemento di discriminazione fra corretti e scorretti.
Ma probabilmente questa reputazione non può avere grande efficacia, se è vero che il passaparola non può essere molto veloce: il numero e la frequenza delle transazioni non sono paragonabili a quelli di un negozio di alimentari, i cui clienti si confrontano giornalmente!
Dunque una prima necessità è quella di "lasciare una traccia" delle esperienze negative. Ma bisognerebbe anche dare risalto a quelle positive, perché il "pubblico" tende a manifestare le lamentele, ma molto meno le soddisfazioni...
Se può essere un punto di partenza, è lanciato. Altrimenti sarebbe bene vedere proposte alternative.
Grazie
Leonardo