però devi concordare che il tuo post iniziale era carente e fuorviante rispetto al quadro che poi si è venuto a definire.Io ho soltanto chiesto se era giusto il comportamento dell'Ufficio postale del paese.
Avevo altresì chiesto come mai la Sig.ra non poteva recuperare il suo 50% e come fare per ottenerlo.
E questo per evitare alla Sig.ra di incaricare un Legale con tutti i costi che ne deriverebbero.
La tua prima domanda è stata come fa l' Ufficio Postale, presso il quale il defunto aveva un Libretto Postale cointestato a firma disgiunta con la compagna, venire a sapere della morte se nessuno glielo ha comunicato.
In seguito si è saputo che il defunto da più di 3 anni prima della morte si era trasferito in struttura assistenziale e questo perché, suppongo io, nel frattempo la compagna (sposata con rito religioso non concordatario) non era in grado di assisterlo in quanto affetta dai primi sintomi di demenza senile.
Demenza senile acuita al punto da dover essere nominato un Amministratore di Sostegno.
Il secondo problema era che l'AdS non poteva operare con i soldi giacenti sul libretto postale nonostante la pensione della sua assistita continuasse ad essere versato sul libretto medesimo a firme disgiunte.
Io credo che una persona anziana che viene ricoverata in una struttura assistenziale o viene ricoverata a spese del comune, perché risulta essere senza parenti tenuti per legge ad avere cura di lui, oppure sono tali parenti che devono sobbarcarsi l'onere di pagare la retta per il ricovero. Sovente la struttura assistenziale, come pagamento parziale della retta, si fa autorizzare a riscuotere la pensione dell'assistito, poi sono il comune o i parenti che pagano l'integrazione.
Non sembra che questo sia il caso: visto che l'INPS versava la pensione sul libretto Postale.
Probabilmente sono stati i parenti che hanno curato le esequie che hanno provveduto ad inviare il certificato di morte all' INPS e questo ha comunicato la cessazione del rapporto all'ufficio Postale per morte del beneficiario della pensione.
L'AdS appena resosi conto della impossibilità di gestire il patrimonio giacente in Posta avrebbe dovuto, come poi sembra che abbia fatto, farsi autorizzare dal Giudice Tutelare ad aprire un nuovo c/c dove far confluire la pensione della sua assistita in modo da poter gestire il denaro per le spese occorrenti per l'assistenza e la cura della persona affidatale.
Poi dovrebbe darsi da fare per estinguere il libretto che la sua assistita aveva in comune con il convivente morto: quindi andare ad individuare e recuperare gli eredi, fare la divisione della giacenza al netto delle pensioni versate da INPS alla sua assistita dopo la morte del compagno, che coincide con il blocco del libretto.