Qui è questione di "dare un colpo alla botte ed uno al cerchio".
I 2 eredi meglio trovino un accordo "bonario" tenendo conto che non hanno ricevuto in donazione un "intero" immobile ...ma solo la "nuda proprietà".
Quindi quanto stabilito in sentenze sulla collazione di immobili (al valore nel momento di apertura della successione) non ha rilevanza.
In linea di principio qui si dovrebbe tenere conto del valore dichiarato nella donazione, cui sommare tutte quelle "elargizioni irregolari" + quanto arrivato in testamento che, seppur indicante un "erede universale" dovrà tener conto della "legittima".
Anch'io la penso così ma volevo avere delle conferme. Sarebbe bello potessero arrivare ad un un'accordo soddisfacente per tutti però l'erede universale diciamo che vuole gonfiare la somma delle donazioni per far sembrare che il fratello pretermesso abbia già preso la sua legittima. Ed è per questo che ritiene di dover inserire le donazioni dell'immobile al valore attuale. Non vuole dare più niente al fratello. Purtroppo tutte queste sentenze in contrasto tra loro manda in confusione la gente comune e alimenta questi comportamenti. Grazie mille per le risposte.