Cari amici amici del forum, mi trovo a chiedervi lumi su una questione nella quale mi sto arrovellando da tempo senza riuscire a venirne a capo, ma andiamo con ordine. Fino a qualche anno fa i miei suoceri erano proprietari della casa dove abitavano insieme al 40 %; il restante 60% era suddiviso in parti uguali tra i due figli degli stessi ed il sottoscritto. Poi mia suocera è venuta a mancare, per cui il suo 20% è andato in successione al marito superstite e ai due figli, per cui ad oggi la ripartizione vede mio suocero e i suoi due figli proprietari di una quota del 26,66% ed il sottoscritto con il 20%. Ora andiamo al quesito: come mai mio suocero, unico residente e occupante detta casa non gode del diritto di abitazione come coniuge superstite sull'intero immobile, così come stabilito dall'art. 540 del c.c., diventando l'unico responsabile ai fini del pagamento dell'IMU come prima casa? Il comune sostiene che egli deve pagare in base al suo 26,66% come prima casa, mentre noi altri tre comproprietari dobbiamo assolvere a detta tassa come seconda casa sul restante valore del 73,33%. Mi spiegate se tutto ciò risponde al vero? E allora quando è applicabile il diritto di abitazione nei confronti del coniuge superstite? Un'ultima domanda: se fosse corretto quanto sostiene il comune, è possibile costituire, tramite atto pubblico, il diritto di abitazione del 100% dell'immobile in capo a mio suocero finché egli è in vita?
Grazie a chi mi saprà chiarire questo dubbio amletico.
Grazie a chi mi saprà chiarire questo dubbio amletico.