Nemesis: forse non mi sono spiegato bene, l'intera proprietà di un bene immobile è data da due componenti, di solito unite, quella quella del bene stesso e quella del frutto economico di quel bene.
Ereditare in comproprietà un bene significa ricevere una quota parte di quelle due componenti, altrimenti si eredita o la sola nuda proprietà, o il solo usufrutto, per la quota di spettanza.
Il diritto di abitazione sulla casa adibita a residenza familiare, è un istituto che si applica indipendentemente dalla proprietà o meno dell'immobile, e serve a tutelare le persone coabitanti con il decuis che deteneva la proprietà e/o era l'intestatario del contratto di affitto.
Non vedo la ragione del fatto che se in affitto il diritto si estrinseca con la voltura del contratto ed invece se in proprietà si debba espropriare il diritto all'usufrutto degli altri comproprietari.
In pratica se in affitto si traduce nella continuità nell'alloggio, se di proprietà invece secondo la tua tesi, oltre alla continuità nell'alloggio, si dovrebbe monetizzare nel risparmio delle altrui quote di affitto, che in presenza di altro conduttore sarebbero state spettanti.
Ricordo che se l'intenzione del de cuius fosse stata questa, avrebbe fatto un testamento che avrebbe potuto dare alla moglie tutto l'usufrutto, e/od altre possibili forme di salvaguardia. Ciao.