Ottima disamina Vitt1, ma mi sembra evidente che ancora non mi sono spiegato bene:
1) Vero
2) Sei d'accordo con me che i poveretti che da 27 anni versano i loro soldi per avere, poi, una pensione contributiva (cioè in base SOLO a quello che han versato), se avessero versato i loro soldi ad un Fondo privato (magari in comparto azionario) e continuassero a farlo per i prossimi 15, avrebbero sicuramente una rivalutazione molto maggiore (vedi S&P500) rispetto all'INPS e, quindi, una pensione maggiore.
3) Il sistema misto non è 50/50, ma è in rapporto a quanti anni hai lavorato prima del 1995 e, di conseguenza, i pensionandi col sistema misto sono in forte esaurimento e, comunque, con percentuali di retributivo molto basse.
4) E questa è esattamente la stortura del sistema di cui scrivevo: il sistema contributivo, per definizione, non può contemplare la solidarietà, perchè ognuno avrà solo quello che ha versato, rivalutato in base alla "bravura" del gestore o in base a parametri prefissati (orrore INPS); quindi quello che versa non può essere usato per pagare le pensioni attuali (e anche qualche altra cosa...), ma andrebbe posto in una gestione separata e rivalutato anno per anno, comunicando al versante, anno per anno, quant'è il suo montante rivalutato (a questo punto, teoricamente, non ci dovrebbe neanche essere un limite temporale o di età, perchè il contribuente potrebbe decidere, una volta raggiunto il montante desiderato, di andare in pensione a qualunque età con la pensione fin là maturata). E' ovvio che, con tale sistema, A) sarebbe necessario obbligare il contribuente a versare comunque ad un Fondo previdenziale (che potrebbe essere anche gestito dall'INPS, come codesto Ente ha già fatto in passato, fallendo miseramente, e come sta, ora, riprovando a fare) la percentuale previdenziale del reddito e B) per pagare i residui "contributivi" l'INPS dovrebbe attingere alla fiscalità generale o a suoi introiti reddituali derivanti, per esempio, dalla (cattiva) gestione dei suoi immobili o dalla loro dismissione.