Può un amministratore "distrarre" ed utilizzare una parte delle somme, versate dai condomini per lavori, per retribuirsi e saldarsi il proprio compenso con sei mesi di anticipo rispetto alla scadenza del suo mandato? I fatti: nell'ottobre del 2012 vennero deliberati ed eseguiti lavori condominiali per circa 15 mila euro per i quali tutti i condomini versarono le rispettive quote nei tempi prestabiliti ( fine ottobre ). Adesso - a distanza di sette mesi - la ditta esecutrice reclama il saldo rimanente di quasi 1500 euro. Siamo venuti a sapere attraverso l'estratto conto condominiale che l'amministratore, invece consegnare le somme affidategli dai condomini e di liquidare la ditta, con quei soldi ha pensato bene di "autosaldarsi" tutto il compenso con ben sei mesi di anticipo, con il risultato che in cassa sono rimasti solo 300 euro, insufficienti naturalmente a saldare i 1500 euro alla ditta. E' come se le Poste, quando ricevono i versamenti, trattenessero per sè le somme, e non le girassero ai destinatari, per esempio ENEL, TELECOM ,ecc. Domanda: non sarebbe stato il caso che intanto e prima di tutto l'amministratore girasse le somme alla ditta ed in caso di emergenza e di insufficienza di fondi nella gestione ordinaria, avesse convocato un'assemblea ad hoc.? P.S. Non abbiamo alcuna spesa ( tipo pulizia, acqua, ascensore, ecc ) se non per l'assicurazione e per la luce condominiale. Grazie, attendo risposte e lumi.