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Questo probabilmente perché il passaggio di proprietà è stato fatto prima che i creditori (non debitori) avanzassero le loro istanze al tribunale. Se i creditori avessesero presentato domanda prima del passaggio di proprietà sarebbe stato semplice dimostrare il tentativo di sottrarsi ai propri debiti da parte dei venditori. a meno che tra i costi per gli avvocati e sapendo già della ipoteca della banca abbiano rinunciato per evitare di aumentare il loro danno.L'operazione - una volta trascorsi i 5 anni per la revocatoria - ha avuto comunque l'effetto di escludere gli altri debitori dalla possibilità di rivalersi sul bene.
Vendere una casa, anche se fra consanguinei, non è come togliersi il semino di una mela conficcato tra i denti.I genitori si erano impegnati ad estinguere il debito con la banca con conseguente cancellazione dell'ipoteca.
La revocatoria non è obbligatoria, se i creditori hanno reputato di non riuscire a cavare neanche un ragno dal buco, come ho già scritto se ne sono fatta una ragione arginando le perdite. Oppure era degli sprovveduti che non sono stati adeguatamente consigliati, in fondo 5 anni per pensarci non sono pochi.Quanto ai debitori, avrebbero comunque dovuto chiedere la revocatoria dell'atto di vendita, entro i 5 anni.
Non è vero che il fatto riguarda solo i due contraenti anche la banca può dire la sua: perché se non considera affidabile il nuovo acquirente, o per qualsiasi altro motivo concernente l'estinzione del prestito, può chiedere la risoluzione del credito e la restituzione della somma scoperta prima alla persona che ha sottoscritto il mutuo poi all'acquirente del bene. Se questo non avviene mette in atto le pratiche per il pignoramento e la vendita all'asta del bene. Quindi il bene oggetto di compravendita viene tolto dalla banca sia dalla disponibilità del venditore che dalla proprietà dell'acquirente. E tu sostieni che l'atto di compravendita è un fatto privato che riguarda solo i contraenti?Se agli acquirenti sta bene di acquistare la casa gravata da ipoteca (con l'impegno da parte dei venditori di estinguere il mutuo coi soldi della vendita come nel caso di specie), poi la questione riguarda esclusivamente le parti in contratto ed il relativo adempimento di quanto pattuito.
Se fosse così dovrebbe partecipare all'atto anche la banca che certifica l'importo originario del mutuo, quanto pagato in conto capitale e quanto ancora manca per l'estinzione. Ma tale attività alla banca non interessa, lei ha la garanzia del bene, se non pagano lei si rivale su questo, di solito l'ipoteca è il 200% del debito e non può superare l'80% del valore dell'immobile, quindi la banca è sempre "coperta".Ma non limitarsi a scrive in forma generica che sul bene c'é una ipoteca; deve scrivere a quanto ammonta questa ipoteca, a favore di chi è emessa e per completezza dovrebbe riportare tutti i dati inerenti la data di iscrizione della ipoteca, quanto era quella originaria e quanto ne è rimasta da pagare. Proprio per creare un punto fermo al momento del passaggio di proprietà: il notaio è anche un certificatore. Quello che lui scrive ha valore probante e se ne assume la responsabilità, con i soldi che si prende per i suoi uffici non può esimersi dallo assumersele.
Se le rate del mutuo vengono pagate e non c'è altro perché la banca deve richiedere il rientro del capitale?Non è vero che il fatto riguarda solo i due contraenti anche la banca può dire la sua: perché se non considera affidabile il nuovo acquirente, o per qualsiasi altro motivo concernente l'estinzione del prestito, può chiedere la risoluzione del credito e la restituzione della somma scoperta prima alla persona che ha sottoscritto il mutuo poi all'acquirente del bene.
La banca può chiedere ed ottenere , dietro sentenza di un giudice, che la casa sia messa all'asta e che con il ricavato si soddisfi il suo credito.Se questo non avviene mette in atto le pratiche per il pignoramento e la vendita all'asta del bene. Quindi il bene oggetto di compravendita viene tolto dalla banca sia dalla disponibilità del venditore che dalla proprietà dell'acquirente.
Anche qui dissento, il venditore avendo venduto non ha nulla e quindi non può essere spossessato di un bene che non ha, per toglierlo dall'attuale proprietario deve procedere alla vendita e dopo la vendita non è più dell'acquirente, non prima (anche perché, come accennato prima, l'attuale proprietario ha una ipoteca che di solito è l'80% del valore di mercato al momento della concessione del mutuo, e quindi anche se l'ipoteca vantata dalla banca fosse al massimo, l'attuale proprietario ha sempre un 20% che è suo!Quindi il bene oggetto di compravendita viene tolto dalla banca sia dalla disponibilità del venditore che dalla proprietà dell'acquirente.
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