In alcune condizioni hai ragione: ma dovremmo sapere se la scrittura è stata autenticata, registrata, ecc. ecc.A mio parere un accordo sottoscritto dal de cuius lo vedo come un testamento.
In punto di diritto non ti so dire: ma rimango della mia idea: quando si tratta di beni immobili, meglio la strada maestra.
Ne ho un esempio in casa: una scrittura privata sottoscritta da mio padre ed altri, non registrata, che tratta una concessione di uso comune di un locale di proprietà solo di 3 su sei firmatari, concessa a determinate condizioni, tra l'altro mai assolte: un terzo acquirente diventato comproprietario ha disconosciuto tale impegno, non essendogli stato reso noto tale vincolo. Quindi?
Tra l'altro il diritto d'uso non si può cedere (art. 1024): cosa invece apparentemente anche avvenuta su atto notarile (alla faccia della certezza del diritto)
Aggiungo un'altra perla alla faccia dell'art. 1024: recentemente un notaio mi sosteneva che l'uso (come diritto reale) sia anch'esso cedibile: non avevo sottomano l'art. 1024 e non sono del mestiere....
Tu come geometra se fai una misurazione di un terreno, hai sempre chiaro che un metro è sempre un metro: i lugulei riescono invece a giustificare sia il diritto che il rovescio.