Mia moglie è proprietaria di uno dei 6 appartamenti che compongono la nostra palazzina, ex IACP risalente ai primi anni 60. Da circa due anni sono stati discussi nelle varie assemblee i lavori di ristrutturazione sia di un muretto del terrazzo che, a causa degli eventi atmosferici succedutisi nel corso degli anni, si è spaccato e vi è quindi la concreta possibilità che possa cadere giù in strada e causare danni a chi dovesse malauguratamente trovarsi a passare, sia delle grondaie ormai arrugginite e cadenti che andrebbero anch'esse sostituite. Ebbene, uno di questi appartamenti, in seguito al decesso del capo famiglia avvenuto qualche anno fa, è diventato di proprietà di 8 figli eredi e della loro madre collocata in una casa di riposo. Costoro non si sono mai presentati alle assemblee nonostante i continui solleciti dell'amministratrice, facendo sapere tramite uno di loro che non hanno alcuna intenzione di cacciare soldi per la ristrutturazione. Ora, poichè anche l'amministratrice ha sempre accampato scusanti per le lunghezze burocratiche ( pratiche legali, spese consistenti a carico dei restanti condomini, ecc.), ma col sospetto di tutti circa il suo scarso impegno e la sua pochezza professionale, vi chiedo quale è la via più breve da seguire per costringere i dissidenti a recedere dalle loro posizioni e se esiste una qualche dichiarazione da sottoscrivere da parte di coloro che sono favorevoli ai lavori per essere sollevati da eventuali responsabilità in caso di incidenti che potessero verificarsi. Grazie del vostro interessamento.