U

User_56528

Ospite
Buongiorno,

mesi fa ho firmato un compromesso di acquisto per una casa richiedendo vari documenti, indicando in modo preciso ed esplicito che tutte le normative vigenti dovevano essere rispettate etc etc e fissando la data del rogito.
Alcuni giorni prima della data del rogito ho visionato per l'ultima volta la casa con un amico architetto per iniziare a farmi qualche idea e lui mi ha fatto notare che il corridoio di disimpegno del bagno risultava essere troppo piccolo rispetto ai 120cm di norma (D.M. 14 giugno 1989, n. 236 ).
Controllando la CILA (l'immobile era un ufficio eseguito il cambio destinazione d'uso con lavori per spostamento del bagno) effettivamente il corridoio risultava di 80cm, ho quindi interpellato ed inviato una raccomandata per ricevere spiegazioni alla parte venditrice dicendo che senza tali spiegazioni e senza una regolare conformità il rogito non sarebbe avvenuta e avrei risolto il compromesso annullandolo.
Non ho ricevuto alcuna risposta e quindi ho proceduto alla risoluzione chiedendo indietro il doppio della caparra + costi/danni.
Ora la parte venditrice ha inviato una raccomandata in cui lei chiede il doppio della caparra+danni perchè ho annullato il compromesso.
Ho provato a parlare in modo civile, ma non si muovono dalla loro posizione e quindi dovrò procedere per via legale.
Pensate possa essere positivo l'esito per me? Avete consigli?

Grazie e saluti
 

Dimaraz

Membro Storico
Proprietario Casa
Ora la parte venditrice ha inviato una raccomandata in cui lei chiede il doppio della caparra+danni perchè ho annullato il compromesso.

Cioè, ammesso e non concesso abbiano ragione, come venditori vorrebbero il doppio della caparra che avevi versato a "garanzia" ???!!!???

Il livello della risposta mi fa temere che tu ti sia infilato in una "trappola" .

Ora la questione è accertare se tale "misura" determini effettivamente una irregolarità da invalidare l'agibilità a suo tempo concessa.

I controlli con un proprio tecnico vanno fatti prima di firmare o dare caparre.
 
U

User_29045

Ospite
I controlli a posteriori sono inutili se nelle clausolette scritte in carattere ARIAL dimensione 1 ci sta scritto "come visto e piaciuto", "stato di fatto e di diritto noto alla parte promissaria acquirente", e cose così.
 
U

User_56528

Ospite
Si ha fatto sorridere anche me che come parte venditrice chiedano il doppio, cosa che non sta nè in cielo nè in terra ...

A livello di compromesso è tutto esplicito e non vi sono clausole del tipo "visto e piaciuto", anzi è esplicitamente citato che la parte venditrice deve garantire la conformità etc etc pena la risoluzione del compromesso.
Purtroppo non avevo notato tale non conformità che all'apparenza può sembrare poca cosa, ma che per l'utilizzo che avevo previsto dell'immobile di fatto rende totalmente vano e inutile, per quello ho deciso di risolvere il compromesso annullandolo.

Inoltre per dovere di cronaca la parte venditrice appurata la non conformità segnalata da me aveva chiesto un rinvio della data del rogito e che avrebbe provveduto ad adeguare i locali, con lavori di ristrutturazione e conseguente diminuzione dello spazio agibile nel bagno, proposta che io ho rifiutato proprio perchè inficiava l'utilizzo dei locali per come ne avevo interesse.

A livello di compromesso sono molto certo che sia tutto chiaro ed esplicito e che non vi siano errori o trucchi, gabole che possano fregarmi, quello che temo sono più le tempistiche di risoluzione nel caso si finisca in tribunale e magari una discrezionalità sulla decisione di rescindere il compromesso.

pareri?
 

plutarco

Membro Assiduo
Proprietario Casa
Buongiorno,

mesi fa ho firmato un compromesso di acquisto per una casa richiedendo vari documenti, indicando in modo preciso ed esplicito che tutte le normative vigenti dovevano essere rispettate etc etc e fissando la data del rogito.
Alcuni giorni prima della data del rogito ho visionato per l'ultima volta la casa con un amico architetto per iniziare a farmi qualche idea e lui mi ha fatto notare che il corridoio di disimpegno del bagno risultava essere troppo piccolo rispetto ai 120cm di norma (D.M. 14 giugno 1989, n. 236 ).
Controllando la CILA (l'immobile era un ufficio eseguito il cambio destinazione d'uso con lavori per spostamento del bagno) effettivamente il corridoio risultava di 80cm, ho quindi interpellato ed inviato una raccomandata per ricevere spiegazioni alla parte venditrice dicendo che senza tali spiegazioni e senza una regolare conformità il rogito non sarebbe avvenuta e avrei risolto il compromesso annullandolo.
Non ho ricevuto alcuna risposta e quindi ho proceduto alla risoluzione chiedendo indietro il doppio della caparra + costi/danni.
Ora la parte venditrice ha inviato una raccomandata in cui lei chiede il doppio della caparra+danni perchè ho annullato il compromesso.
Ho provato a parlare in modo civile, ma non si muovono dalla loro posizione e quindi dovrò procedere per via legale.
Pensate possa essere positivo l'esito per me? Avete consigli?

Grazie e saluti
la situazione è abbastanza contorta...
 
U

User_56528

Ospite
la situazione è abbastanza contorta...
contorta senza dubbio, ma che intende?
Io sono abbastanza certo che il compromesso stipulato sia del tutto esplicito e non possa essere fregato da quel punto di vista ... ciò che mi fa timore è più una possibile discrezionalità sull'applicare tale norma, sui tempi di risoluzione ed eventualmente sui tempi di restituzione visto che da quel che so la parte venditrice è abbastanza messa male economicamente.
 
U

User_29045

Ospite
contorta senza dubbio, ma che intende?
Io sono abbastanza certo che il compromesso stipulato sia del tutto esplicito e non possa essere fregato da quel punto di vista ... ciò che mi fa timore è più una possibile discrezionalità sull'applicare tale norma, sui tempi di risoluzione ed eventualmente sui tempi di restituzione visto che da quel che so la parte venditrice è abbastanza messa male economicamente.

Se ritieni giusto andarci in causa, non versare alla promittente venditrice neanche un centesimo di Euro, e attendi notizie dal suo legale.
Come già ti è stato fatto notare tra le righe, la giurisprudenza non è matematica.
In matematica lo stesso problema può essere risolto in 200 modi diversi, ma se il risultato finale è 2, sempre 2 deve portare.
In giurisprudenza, 200 contenziosi con presupposti identici, testimoni identici, prove identiche, normativa a supporto identica, possono finire in 200 modi differenti, in Cassazione, ed ognuno è un caso a sé e non fa legge.
E' chiaro che non essendo un avvocato posso solo trasmetterti sensazioni e pareri personali, ma ti consiglio VIVAMENTE di tutelare QUANTO PRIMA i tuoi interessi rivolgendoti a un SERIO STUDIO LEGALE di COMPROVATA ESPERIENZA.
 
U

User_29045

Ospite
da quel che so la parte venditrice è abbastanza messa male economicamente.

Questo gioca a tuo favore, perché i soldi per l'avvocato, prima di vincere la causa, deve ANTICIPARLI, come ben sai. Vale anche per te, ovviamente.
Ti ricordo tuttavia che in Italia se chi perde la causa è nullatenente, la parcella l'avvocato la chiede a chi ha vinto la causa ( Blog | Anche se vinci paghi tu la causa. L'Italia è un Paese bizzarro - Il Fatto Quotidiano )
 
U

User_56528

Ospite
Se ritieni giusto andarci in causa, non versare alla promittente venditrice neanche un centesimo di Euro, e attendi notizie dal suo legale.
Come già ti è stato fatto notare tra le righe, la giurisprudenza non è matematica.
In matematica lo stesso problema può essere risolto in 200 modi diversi, ma se il risultato finale è 2, sempre 2 deve portare.
In giurisprudenza, 200 contenziosi con presupposti identici, testimoni identici, prove identiche, normativa a supporto identica, possono finire in 200 modi differenti, in Cassazione, ed ognuno è un caso a sé e non fa legge.
E' chiaro che non essendo un avvocato posso solo trasmetterti sensazioni e pareri personali, ma ti consiglio VIVAMENTE di tutelare QUANTO PRIMA i tuoi interessi rivolgendoti a un SERIO STUDIO LEGALE di COMPROVATA ESPERIENZA.
Lo so bene purtroppo ... ed è ciò che temo, ma credo di essermi mosso bene ed essermi tutelato ove potevo.

Ovviamente la caparra è già stata versata ed è mio diritto chiedere il doppio in questo caso.
Ho già fatto intervenire il mio legale, spero che desistano e cerchino compromesso visto che anche nelle loro comunicazioni continuano a contraddirsi e commettere errori ...

Di norma secondo voi una controversia simile quanto tempo occorre per risolverla ?
 

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