Buongiorno a tutti.
Sono proprietario di una villetta a schiera su un totale di n.4, alle quali si accede mediante un vialetto accatastato come "bene comune non censibile", comune di Tricase, Lecce.
All'epoca della costruzione, anno 1988-1991, non potendo accedere nel vialetto e non essendoci ancora la possibilità di procedere in modalità "allaccio multiplo", AQP (Acquedotto Pugliese) ha installato sul muro di recinzione della villetta prospiciente sulla strada pubblica (angolo vialetto comune), un solo contatore di fornitura idrica (in comune), dal quale si diparte una unica linea di alimentazione idrica verso i vari singoli appartamenti, dotati di contatore di sottrazione.
La spesa dell'allaccio fu divisa in parti uguali fra i quattro proprietari dell'epoca.
A cadenza trimestrale AQP invia l'unica Bolletta, mentre il sottoscritto ha l'impegno di ripartire la spesa fra i proprietari con idoneo metodo di calcolo al fine di ottenere cifre adeguate all'effettivo consumo idrico pro-capite.
Il muro di recinzione cui è installato il contatore AQP in apposita nicchia, recinta esclusivamente la prima villetta; aggiungo che ogni appartamento è una singola proprietà e di "condominiale" ha solo il contatore AQP.
Nell'intenzione di richiedere ad AQP lo "sdoppiamento" dell'unico contatore in comune fra noi, il proprietario della prima villetta, pare non essere d'accordo.
Senza andare a specificarne le motivazioni, vorrei sapere se esiste un dispositivo di legge che possa opporsi a simile posizione, visto che l'acqua è un bene indispensabile per l'uomo.
Fermo restando che le opere "interne" saranno a carico di ogni singolo proprietario mentre la spesa da sostenere presso AQP saranno da dividere in parti uguali.
Grazie a tutti coloro, eventualmente, contribuiranno con una risposta al mio quesito.