griz

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scusa ma la questione è che non si DEVE richiedere un'agibilità in quanto è implicita nell'emissione della concessione in sanatoria, il notaio andrebbe edotto di questo principio Certo che se si va a chiedere oggi una agibilità mncando le altezze non verrebbe concessa
 

Gianco

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Quindi confermi che non è possibile ottenere l'agibilità su un fabbricato che sebbene in regola con la regolarità edilizia, non lo è con le norme igienico-sanitarie.
 

griz

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secondo me è discrezionale: un certificato emesso per un immobile difforme prevede delle deroghe alle norme igienico/sanitarie e urbansitiche che nessun tecnico comunale praticherebbe di suo, però la negazione di un certificato per un immobile che ha sempre avuto la destinazione residenziale, anche non avendo l'altezza prevista, significa una palese lesione del diritto del proprietario di fruire dell'immobile da oggi in poi avendo sempre pagato le tasse previste e generando un danno economico notevole in quanto l'immobile praticamente perde il valore che aveva avuto fino ad oggi. Secondo me c'è lo spazio per un contenzioso di un certo spessore, considerando anche il fatto appurato che l'altezza dell'interpiano è una pura convenzione e i legislatori la modificano secondo convenienza
 

griz

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Umanamente condivido la tua opinione, ma il tecnico comunale non può interpretare le norme a suo piacimento.
infatti sono d'accordo, però il cittadino che vede il proprio immobile che ha acquistato in passato che ha abitato, relativamente al quale ha pagato tasse, senza più valore, come deve metterla?
Forse dovrebbe agire contro il diniego e portare il comune in tribunale, secondo me ci sarebbero presupposti per una sentenza a favore, anche perchè seio avessi un immobile con queste caratteristiche, accatastato in una classe A e lo affittassi non farei nulla di illegale.
Esperienza che sto vivendo con dei clienti: apparamento in zona centrale, accatastato nel 1940 come A/3, piuttosto grande, abitato da sempre, mai ristrutturato solo manutenzioni ordinarie, una zona, circa metà, ad altezza 3 m, il restante, altezza 2,45, vogliono venderlo col presupposto che chi compri lo ristrutturi in quanto non è più proponibile utilizzarlo con la distribuzione attuale, l'UT Comunale mi dice che se propongo una ristrutturazione con le altezze così, devo modificare la destinazione delal zona più ,bassa, è al piano primo, sotto negozi, sopra appartamento di altri, impossibile spostare i solai. Praticamente invendibile, se lo affittassero non avrebbero nessun problema in quanto sarebbero necessarie solo le conformità degli impianti che già possiedono
 
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Gianco

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Capisco il tuo problema, ma è impensabile di dichiarare agibile un nuraghe, solo perché è stato costruito quando non era richiesta la licenza edilizia e non esistevano le regole igienico-sanitarie.
Capisco che il tuo caso chiede vendetta, ma la porzione con l'altezza inferiore al minimo richiesto dovrai dichiararla o di transito, servizi igienici, locali di sgombero, per i quali è richiesta un'altezza superiore a m 2,40.
 

griz

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E' una questione di lana caprina, però io ritengo che se un immobile ha avuto la possibilità di essere abitato da sempre e non presenta problemi di insalubrità ma un problema di altezze di interpiano, quando sappiamo che la norma ha un fondamento convenzionale (dimostrato dal fatto che oggi i sottotetti recuperati, abitabili, hanno una altezza media di m 2,40) ci deve essere una deroga. Deroga che nessuno si arroga la responsabilità di dare quindi ci dovrebbe arrivare la giurisprudenza
 

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