Da anni compilo e invio la dichiarazione dei redditi di mio figlio che vive da molti anni a Londra. In Italia dispone di un unico reddito (€ 4800) derivante dalla locazione di un garage ubicato sotto un palazzo. Ogni volta che compilo le carte mi chiedo quale sia la residenza fiscale di mio figlio visto che lui da ormai quindici anni è iscritto all’AIRE e l’unico reddito in Italia è questo.
Io ho sempre indicato, nell’apposito spazio dei residenti all’estero, la sua residenza anagrafica inglese che risulta anche nei registri anagrafici del comune di Palermo.
Non compilo i dati del domicilio fiscale in Italia perché lui non ha un domicilio fiscale. Potrei mettere l’indirizzo di casa mia, dove lui ha abitato fino a quando è emigrato ma non mi sembra giusto perché notificherebbero eventuali atti a mani del portiere e non mi sembra corretto. Anzi io ho avvertito il portiere di rifiutare eventuali atti dicendo, cosa del tutto vera, che lui non abita qui da molti anni.
Fin ad ora il fisco non ha contestato nulla anche perché su quel piccolo importo pago la bellezza del 23%.
Forse io mi preoccupo troppo ma vorrei sapere che ne pensate.
Solo per inciso, anche se è fuori tema, mio figlio è uno dei tantissimi giovani che sono andati all’estero. Laureato a 23 anni con laurea quinquennale in ingegneria delle telecomunicazioni (110 e lode) in Italia trovò solo lavori lavori insoddisfacenti, con stipendi inadeguati a vivere lontano da casa. A Londra fu assunto in base a un semplice colloquio telefonico e un unico incontro. SI è sempre trovato benissimo, è soddisfatto qui quello che fa, ha cambiato varie volte lavoro tramite offerte ricevute e non richieste.
E’ una grande tristezza vedere che le famiglie e il paese destinano grandi risorse per creare professionalità molto elevate e poi non offrano opportunità di lavoro soddisfacente facendo emigrare i giovani migliori. Ed è una grande tristezza per i genitori avere il figlio lontano, i nipotini, e questa tristezza è sempre aumenta con il passare degli anni.
Io ho sempre indicato, nell’apposito spazio dei residenti all’estero, la sua residenza anagrafica inglese che risulta anche nei registri anagrafici del comune di Palermo.
Non compilo i dati del domicilio fiscale in Italia perché lui non ha un domicilio fiscale. Potrei mettere l’indirizzo di casa mia, dove lui ha abitato fino a quando è emigrato ma non mi sembra giusto perché notificherebbero eventuali atti a mani del portiere e non mi sembra corretto. Anzi io ho avvertito il portiere di rifiutare eventuali atti dicendo, cosa del tutto vera, che lui non abita qui da molti anni.
Fin ad ora il fisco non ha contestato nulla anche perché su quel piccolo importo pago la bellezza del 23%.
Forse io mi preoccupo troppo ma vorrei sapere che ne pensate.
Solo per inciso, anche se è fuori tema, mio figlio è uno dei tantissimi giovani che sono andati all’estero. Laureato a 23 anni con laurea quinquennale in ingegneria delle telecomunicazioni (110 e lode) in Italia trovò solo lavori lavori insoddisfacenti, con stipendi inadeguati a vivere lontano da casa. A Londra fu assunto in base a un semplice colloquio telefonico e un unico incontro. SI è sempre trovato benissimo, è soddisfatto qui quello che fa, ha cambiato varie volte lavoro tramite offerte ricevute e non richieste.
E’ una grande tristezza vedere che le famiglie e il paese destinano grandi risorse per creare professionalità molto elevate e poi non offrano opportunità di lavoro soddisfacente facendo emigrare i giovani migliori. Ed è una grande tristezza per i genitori avere il figlio lontano, i nipotini, e questa tristezza è sempre aumenta con il passare degli anni.