TASSAZIONE UNICA DEL 26% SUI REDDITI DA LOCAZIONE IMMOBILI.
L’Italiano è noto per la sua propensione all’investimento immobiliare.
Basta ricordare che il 76 % degli Italiani ha un’abitazione in proprietà, ma quasi 5 milioni d’Italiani hanno investito in immobili da dare in locazione.
Facciamo chiarezza dicendo che le tassazioni sulle case, non sul suo reddito da esse generato, sono in sensibile aumento e in convulso succedersi con imposizioni promosse sia dagli enti centrali, lo Stato e sia dagli enti locali, i Comuni.
Questa tassazione di fatto è una “patrimoniale mascherata”.
Questa situazione è difficile da riportare ad una tassazione certa e standardizzata su tutto il territorio del nostro paese, essendo stato legiferato di lasciare campo libero agli enti locali di applicare svariate aliquote di tassazione.
Inoltre gli Enti Locali addebitano alle abitazioni costi fuori controllo come la raccolta dei rifiuti, di fatto i costi di aziende partecipate più spesso gestite in modo clientelare o con appalti che nascondono sacche di corruzione. –A tal proposito rimane difficile comprendere come l’IRPEF che gli Italiani pagano con aliquote tra le più onerose dell’Europa, non sia bastevole a ricomprendere questo servizio basilare, la raccolta rifiuti, e si stata creata un’ulteriore tassa ad hoc, TARI.-
Come se tutto ciò non bastasse, all’orizzonte, si profilano due agguati al mercato immobiliare:
a) La riforma del catasto che porterà ad una preoccupante amplificazione dell’impatto di IMU e TASI.
b) La riforma della tassa di successione che introdurrà nuovamente la “Tassa sul Morto”.
Di Attila si diceva che dove camminava non cresceva più l’erba e dopo Monti, i Governi che adotteranno queste misure, passeranno alla storia come nuovi “Attila” degli immobili.
Detto ciò, per riassumere:
- esiste una tassazione indotta sul patrimonio immobiliare che non è più trascurabile o ininfluente sul bilancio delle famiglie o imprese Italiane,
- l’Italiano continuerebbe ad investire nel mercato immobiliare, che da sempre è stato motore dell’economia Nazionale,
E’ per questo che dobbiamo avere il coraggio di considerare, quello sugli immobili, un investimento puro e tassarlo come tale, come vengono tassati gli investimenti finanziari con la tassa del capital gain - 26% sulle rendite-. Tassazione da applicare anche alle rendite / locazioni, di una casa, negozio o capannone.
Lo Stato, attraverso un prelievo alla fonte incasserebbe con ordine e continuità, spenderebbe meno in controlli e burocrazia, farebbe ripartire il settore immobiliare e darebbe un chiaro segnale di accondiscendere ad una forte propensione dei suoi cittadini, che amano il bene rifugio: la casa.
Costruiamo un nuovo sistema fiscale Italiano giusto!
adrianogiacomelli@yahoo.it Adriano Giacomelli
L’Italiano è noto per la sua propensione all’investimento immobiliare.
Basta ricordare che il 76 % degli Italiani ha un’abitazione in proprietà, ma quasi 5 milioni d’Italiani hanno investito in immobili da dare in locazione.
Facciamo chiarezza dicendo che le tassazioni sulle case, non sul suo reddito da esse generato, sono in sensibile aumento e in convulso succedersi con imposizioni promosse sia dagli enti centrali, lo Stato e sia dagli enti locali, i Comuni.
Questa tassazione di fatto è una “patrimoniale mascherata”.
Questa situazione è difficile da riportare ad una tassazione certa e standardizzata su tutto il territorio del nostro paese, essendo stato legiferato di lasciare campo libero agli enti locali di applicare svariate aliquote di tassazione.
Inoltre gli Enti Locali addebitano alle abitazioni costi fuori controllo come la raccolta dei rifiuti, di fatto i costi di aziende partecipate più spesso gestite in modo clientelare o con appalti che nascondono sacche di corruzione. –A tal proposito rimane difficile comprendere come l’IRPEF che gli Italiani pagano con aliquote tra le più onerose dell’Europa, non sia bastevole a ricomprendere questo servizio basilare, la raccolta rifiuti, e si stata creata un’ulteriore tassa ad hoc, TARI.-
Come se tutto ciò non bastasse, all’orizzonte, si profilano due agguati al mercato immobiliare:
a) La riforma del catasto che porterà ad una preoccupante amplificazione dell’impatto di IMU e TASI.
b) La riforma della tassa di successione che introdurrà nuovamente la “Tassa sul Morto”.
Di Attila si diceva che dove camminava non cresceva più l’erba e dopo Monti, i Governi che adotteranno queste misure, passeranno alla storia come nuovi “Attila” degli immobili.
Detto ciò, per riassumere:
- esiste una tassazione indotta sul patrimonio immobiliare che non è più trascurabile o ininfluente sul bilancio delle famiglie o imprese Italiane,
- l’Italiano continuerebbe ad investire nel mercato immobiliare, che da sempre è stato motore dell’economia Nazionale,
E’ per questo che dobbiamo avere il coraggio di considerare, quello sugli immobili, un investimento puro e tassarlo come tale, come vengono tassati gli investimenti finanziari con la tassa del capital gain - 26% sulle rendite-. Tassazione da applicare anche alle rendite / locazioni, di una casa, negozio o capannone.
Lo Stato, attraverso un prelievo alla fonte incasserebbe con ordine e continuità, spenderebbe meno in controlli e burocrazia, farebbe ripartire il settore immobiliare e darebbe un chiaro segnale di accondiscendere ad una forte propensione dei suoi cittadini, che amano il bene rifugio: la casa.
Costruiamo un nuovo sistema fiscale Italiano giusto!
adrianogiacomelli@yahoo.it Adriano Giacomelli