E quanti saranno in tutta Italia i casi nei quali si chiede lo sconto del 25% senza aver diritto anche all'aliquota agevolata?
Sono casi che si verificano nei Comuni che NON hanno deliberato un'aliquota IMU agevolata per gli immobili locati a canone concordato. E di conseguenza il contribuente ha solo diritto allo "sconto statale" del 25%.
Io penso siano pochi casi.
Perché in genere i Comuni incentivano i contratti concordati, per sopperire alla mancanza di abitazioni da offrire alle persone che non possono pagare un canone di mercato.
Se non ci sono abbastanza case popolari per i cittadini "poveri", allora l'Ente locale incentiva le locazioni di immobili privati a canoni contenuti, garantendo agevolazioni fiscali ai proprietari.
Ma le complicazioni (per i proprietari) non finiscono qui!
Se l'Accordo Territoriale in base al quale si calcolano i canoni concordati ha recepito il D.M. 16/01/2017, il contratto stipulato tra le parti in autonomia (senza l'intervento dei Sindacati proprietari e inquilini) deve essere sottoposto all'asseverazione di almeno un Sindacato.
Senza l'asseverazione, che certifichi la congruità rispetto ai parametri previsti dall'Accordo, non si ha diritto alle agevolazioni fiscali. Né quelle sulla tassazione del reddito da locazione, né le aliquote IMU ridotte.
Inutile ricordare che l'asseverazione ha un costo; e che tutta questa burocrazia implica perdite di tempo e possibilità di errori per chi ha difficoltà a districarsi fra i vari adempimenti.