Salve, ho da pochi giorni firmato l'atto di vendita della casa di famiglia, insieme a 2 fratelli e 2 fratellastri.
Mi sorge un dubbio sulla corretta procedura a cui ho assistito. Il notaio ci ha fatto firmare dopo aver letto tutto e allegato anche il compromesso firmato dell'agenzia che se n'e' occupata. Poi tutti insieme, compratori e venditori, ci siamo diretti presso la Banca dove si sarebbe dovuto riscuotere la somma. Preciso che il compratore, ha firmato l'atto di mutuo, con i responsabili della banca, mentre noi aspettavamo nella sala di attesa. Alla fine sono usciti dalla stanza, hanno chiamato anche noi e ci hanno chiesto gli iban per i bonifici, precisando che i soldi non sarebbero arrivati, comunque prima di 15 giorni, anche se avessimo fatto fare gli assegni circolari. Anzi, sarebbe stato piu' complicato, perche' non sarebbero comunque stati emessi prima di 15 giorni ugualmente, per controlli che la banca ha il diritto o dovere di fare avendo aperto il mutuo, e dovendo instaurare l'ipoteca, se ho capito bene. Aggiungo che ha malapena, io pretendendolo ho ricevuto copia del modulo di bonifico, solo firmato, dal compratore in basso, ma da compilare in qualche punto, ma gia' compilato con la cifra, tra l'altro con segni di correzione.
Io comunque, che passo le vacanze, come ogni anno in quella casa, ho chiesto e ottenuto di restare per altri 10 giorni da quel giorno, gia' concessi dal compratore, verbalmente.
Mi chiedevo, siccome le cifre ai singoli fratelli assegnate, non dovevano corrispondere, per accordi tra i fratelli, alle percentuali di proprieta' spettanti, ma a delle cifre regolarmente e in comune accordo calcolate, per spese e accordi sostenuti in passato dai singoli, e inoltre dichiarate sul compromesso in modo chiaro ed esplicito, anche se durante la lettura, giustamente il notaio leggeva le percentuali di proprieta' in potere delle quali vendevamo la nostra parte, leggendola sulla visura e trascrivendola nell'atto di vendita, dopo questa lunga premessa, c'e' il rischio di non vedermi la cifra pattuita sul verbale di compromesso, ma una cifra diversa? Oppure, basta la fotocopia che ho in mano del modulo, e il compromesso, affinche' possa far rivalere la mia cifra, nel caso, vi fosse stato un certo imbroglio ( tipo accordo segreto tra venditore e parti con piu' percentuale per legge) trasgredendo all'impegno e all'accordo preso alla firma del compromesso?
Mi sorge un dubbio sulla corretta procedura a cui ho assistito. Il notaio ci ha fatto firmare dopo aver letto tutto e allegato anche il compromesso firmato dell'agenzia che se n'e' occupata. Poi tutti insieme, compratori e venditori, ci siamo diretti presso la Banca dove si sarebbe dovuto riscuotere la somma. Preciso che il compratore, ha firmato l'atto di mutuo, con i responsabili della banca, mentre noi aspettavamo nella sala di attesa. Alla fine sono usciti dalla stanza, hanno chiamato anche noi e ci hanno chiesto gli iban per i bonifici, precisando che i soldi non sarebbero arrivati, comunque prima di 15 giorni, anche se avessimo fatto fare gli assegni circolari. Anzi, sarebbe stato piu' complicato, perche' non sarebbero comunque stati emessi prima di 15 giorni ugualmente, per controlli che la banca ha il diritto o dovere di fare avendo aperto il mutuo, e dovendo instaurare l'ipoteca, se ho capito bene. Aggiungo che ha malapena, io pretendendolo ho ricevuto copia del modulo di bonifico, solo firmato, dal compratore in basso, ma da compilare in qualche punto, ma gia' compilato con la cifra, tra l'altro con segni di correzione.
Io comunque, che passo le vacanze, come ogni anno in quella casa, ho chiesto e ottenuto di restare per altri 10 giorni da quel giorno, gia' concessi dal compratore, verbalmente.
Mi chiedevo, siccome le cifre ai singoli fratelli assegnate, non dovevano corrispondere, per accordi tra i fratelli, alle percentuali di proprieta' spettanti, ma a delle cifre regolarmente e in comune accordo calcolate, per spese e accordi sostenuti in passato dai singoli, e inoltre dichiarate sul compromesso in modo chiaro ed esplicito, anche se durante la lettura, giustamente il notaio leggeva le percentuali di proprieta' in potere delle quali vendevamo la nostra parte, leggendola sulla visura e trascrivendola nell'atto di vendita, dopo questa lunga premessa, c'e' il rischio di non vedermi la cifra pattuita sul verbale di compromesso, ma una cifra diversa? Oppure, basta la fotocopia che ho in mano del modulo, e il compromesso, affinche' possa far rivalere la mia cifra, nel caso, vi fosse stato un certo imbroglio ( tipo accordo segreto tra venditore e parti con piu' percentuale per legge) trasgredendo all'impegno e all'accordo preso alla firma del compromesso?