Situazione: il de cuis in vita aveva acquistato prima del matrimonio un appartamento. Dopo la separazione dei beni lo stesso appartamento fu donato alla moglie. Il Valore commerciale attuale dell'appartamento, luogo di residenza dell'intero nucleo familiare, è di € 180.000,00. Inoltre, sempre dopo la separazione dei beni, aveva acquistato intestandolo ad una delle due figlie un altro appartamento del valore commerciale attuale di € 136.000,00. Lascia anche un altro appartamento, del valore attuale di € 180.000,00 che aveva acquistato ed intestato come unico proprietario in regime di separazione dei beni, di cui era esclusivo proprietario. Infine lascia la somma di € 40.000,00 liquidi sul c/c più circa 2.000,00 di azioni. Quando era in vita aveva donato un libretto postale a ciascuna delle figlie con € 5.000,00 ciascuna. Esiste testamento. Secondo un mio calcolo si dovrebbe procedere con l'istituto della collazione percui l'ammontare del patrimonio è costituito dalla somma di € 180 mila+ € 180 mila + € 136 mila (valore degli immobili) più € 40 mila + € 2 mila + € 5 mila + € 5 mila (ammontare del saldo del c/c, delle azioni e dei due libretti postali intestati alle figlie) per una massa totale di € 548.000,00. Essendoci il testamento alle figlie spetta la metà del totale che dovranno dividersela in parti eguali. € 548/2= € 274; dunque € 137 ciascuna e, dato che proprio ad una delle due figlie le fu intestato un'appartamento del valore attuale di € 136, quest'ultima dovrebbe restituire mille euro agli altri due eredi (€ 1.000,00/2 = € 500,00 alla madre ed altrettanto alla sorella). Il De cuis lascia la sua parte diponibile (pari ad 1/4 di € 548 cioè € 137) all'altra figlia (priva di appartamento) percui anche quest'ultima figlia riceverebbe un surplus di € 5 mila ( € 137 della disponibile - € 5 mila pari alla somma del libretto postale ricevuto in vita). La moglie dovrebbe restituire € 43 mila (perchè gli spettano € 137 ma ha avuto la donazione dell'appartamento che vale € 180 mila). QUESITI: le somme spettanti alla moglie ed alla figlia senza appartamento son costituite solo in parte da liquidi, il resto è dato dal valore commerciale degli appartamenti, come si dovrebbe o potrebe procedere in modo equo e corretto? Inoltre è corretto che la spettanza della figlia senza casa veda soddisfatta la propria quota solo con la disponibile? La moglie vanta un surplus di € 43 mila ma se versa contanti a chi dovrebbe versarli? e se non ha i liquidi deve procedere alla vendita del proprio appartamento ricevuto in donazione e con i ricavato poi come dovrebe procedere? e lei dove andrebbe ad abitare?