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Alcune sentenze parlano di obbligo di accensione per la durata giornaliera massima su richiesta di un solo condòmino.il DPR n.° 74 del 2013 all'Art. 4 comma 6 lettera f) parla di non applicazione degli orari di funzionamento previsti dal comma 2 per ogni zona climatica, quindi di una deroga alla norma, non di un obbligo a tenere acceso.
Aridajje: ma nel tuo condominio siete usi a tenere acceso il riscaldamento meno delle 12 ore (non consecutive) che prevede la normativa? Oppure, c'é qualche condomino che, a secondo delle giornate, va a spegnere la caldaia se, secondo lui, la temperatura esterna è tale da non dover accendere il riscaldamento?Alcune sentenze parlano di obbligo di accensione per la durata giornaliera massima su richiesta di un solo condòmino.
Non solo nel mio, in tanti. A novembre e dal 15 marzo la durata giornaliera del riscaldamento è normalmente inferiore a 12 ore. Dov'è lo strano?ma nel tuo condominio siete usi a tenere acceso il riscaldamento meno delle 12 ore (non consecutive) che prevede la normativa
deve essere l'assemblea che decide un orario ridotto, tra l'altro crea problemi alla società che gestisce il riscaldamento: l'accensione e lo spegnimento è regolato con un orologio; devono far uscire appositamente un tecnico per cambiare il settaggio.A novembre e dal 15 marzo la durata giornaliera del riscaldamento è normalmente inferiore a 12 ore.
Decide, per fortuna, l'assemblea, perché un solo condòmino potrebbe esigere - siamo a Roma, fascia D - 12 ore tutti i giorni dal 1° novembre al 15 aprile.deve essere l'assemblea che decide un orario ridotto, tra l'altro crea problemi alla società che gestisce il riscaldamento: l'accensione e lo spegnimento è regolato con un orologio; devono far uscire appositamente un tecnico per cambiare il settaggio.
E levami una curiosità quanto avete risparmiato?
tutto quello che c'é scritto prima di questa riga è giusto dal punto di vista matematico perché si analizza il numero di ore.Invece di 1.000 € abbiamo pagato 880 €.
Ricordati il dissipamento dell'energia calorifica nelle ripartenze dopo il periodo nel quale la caldaia rimane spenta più a lungo.
Viene dissipata per portare il liquido di circolazione dalla temperatura alla quale si trova alla temperatura di esercizio. Quindi dalla accensione fino al raggiungimento della temperatura di esercizio.Dove viene dissipata secondo te l' energia calorifica?
Più è grande l'intervallo tra le accensioni e più si abbassa il valore della temperatura iniziale. Il consumo di energia per portare il liquido di circolazione in temperatura di esercizio è considerato uno spreco. Questo ragionamento è il cavallo di battaglia dei fautori della accensione 24 h/24 h dell'impianto di riscaldamento.Perché questa dissipazione compromette il risparmio?
Allora non viene dissipata, invece resta nel liquido che poi la porta negli appartamenti. Verrebbe dissipata se andasse, che so, a riscaldare il locale caldaia.Viene dissipata per portare il liquido di circolazione dalla temperatura alla quale si trova alla temperatura di esercizio
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