Salve! Quello che dice "ccc1956" è veramente preoccupante anche se è sperabile che riguardi solo specifiche aree del territorio nazionale. Qui a Roma non mi risulta che vi siano riduzioni così elevate rispetto ai massimi del 2007-2008. In particolare, il centro, il semicentro e la buona semiperiferia dei quartieri costruiti 20-30 anni fa, possono avere avuto una certa stasi dei prezzi, e spesso anche delle riduzioni pari a circa il 10-15%, ma non vi è stato certamente un crollo come quello evidenziato da "ccc1956". E' vero, invece, che gli immobili delle periferie costruite negli ultimi anni, sia nuovi che usati, hanno perso effettivamente molto valore, ma, a mio avviso, se su tale crollo la crisi economica ha avuto sicuramente un certo effetto, un effetto molto più importante lo hanno avuto...
sia l' "ineffabile" politica edilizia comunale, che ha concesso permessi di lottizzazione su tutto l'agro romano in quantità spropositata rispetto alle effettive necessità derivanti dal prevedibile incremento della popolazione residente, che l'ineffabile affarismo dei costruttori. Infatti, a causa dell'assoluta mancanza di appena decenti infrastrutture ferroviarie e stradali per raggiungere il centro e le altre zone della città, questi immobili già valevano la metà appena finiti, tanto che paradossalmente si potrebbe dire che la crisi è stata "salutare" per molti nuovi potenziali acquirenti, facendo loro capire in tempo che avrebbero speso male i loro sudati risparmi con ben poche possibilità di recuperarli in futuro. In sostanza, la crisi economica è stata per alcuni una scusa venuta al momento giusto per non dover confessare ineffabili operazioni, mentre per altri è stata una "fortunata" occasione per salvarsi dall'acquisto di rifiuti di magazzino, fermo restando, ovviamente, che ad altri ancora la crisi ha fatto scoprire che vi era stata una coincidenza di interessi di molti più furbi di loro. Saluti