Il medico della casa
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Il collegamento della cappa all'esterno tramite apposito condotto, è obbligatorio in quanto stabilito dalla norma UNI-CIG 7129/01, con lo scopo di evacuare all'esterno i prodotti di combustione del gas, che ricordiamo essere principalmente vapore acqueo, anidride carbonica ed in misura minore ossido di carbonio, ossidi di azoto, particolati carboniosi, composti solforati ecc. I fori di ventilazione invece, che devono essere posizionati in misura di due, uno in alto ed uno in basso sulle pareti della cucina, e devono avere una sezione di passaggio dell'aria pari a 6 cmq per ogni kw di potenza con minimo 100 cmq, servono per consentire l'apporto di aria fresca contenente ossigeno, per reinegrare quello impiegato nella combustione. Tenuto conto che sul foro andrà poi posizionata una griglia di protezione, che parzialmente ne ridurrà la sezione, il diametro minimo del foro dovrà essere di 160 mm. Per esperienza personale posso affermare che oltre il 30% dei problemi di umidità eccessiva nelle abitazioni è dovuta all'inosservanza di questa disposizione di sicurezza domestica. Detto questo, il tasso di ventilazione da adottare in una abitazione si considera abitualmente pari ad un ricambio d'aria completo ogni 2 ore, cioè 0,5 ric/h, ovvero quanto stabilito dall norma UNI 10339 UNI-EN 15251 (sulla ventilazione forzata in ambienti domestici confinati). In realtà la corretta valutazione è più complessa e più completa, e deve tener conto di tanti altri fattori come il numero degli occupanti, il tempo passato in casa, la necessità di evacuare eventuale umidità residua o altri composti inquinanti incidentalmente presenti nell'immobile, ecc. La soluzione più adatta e più funzionale è quella di installare un apparato di ventilazione automatica a recupero di calore, eventualmente con filtrazione spinta dell'aria immessa. L'uso continuativo del dispositivo citato contribuirà fortemente a rendere più salubre l'aria della casa, e conseguentemente si avrà una drastica riduzione degli inconvenienti lamentati. In alcuni casi inoltre, è possibile che questi vengano completamente e definitivamente eliminati.
Per quanto riguarda l'inquinamento indoor da idrocarburi aromatici policiclici insaturi, ribadisco che questa categoria di inquinanti è alquanto rara in ambito domestico, e deriva quasi essenzialmente da fumo di sigaretta, uso di caminetti a legna, o nello specifico all'alterazione delle proteine e dei grassi della carne dovuta alle elevate temperature di cottura, o peggio alla loro esposizione diretta alla fiamma. Suggerirei quindi, indipendentemente dalle valutazioni sopra descritte, di limitare il consumo di carne arrosto e di evitare assolutamente la cottura dei cibi sulla fiamma viva, poichè in questi casi gli inquinanti andrebbero ingeriti, e le quantità assorbite sarebbero molto maggiori.
Per quanto riguarda l'inquinamento indoor da idrocarburi aromatici policiclici insaturi, ribadisco che questa categoria di inquinanti è alquanto rara in ambito domestico, e deriva quasi essenzialmente da fumo di sigaretta, uso di caminetti a legna, o nello specifico all'alterazione delle proteine e dei grassi della carne dovuta alle elevate temperature di cottura, o peggio alla loro esposizione diretta alla fiamma. Suggerirei quindi, indipendentemente dalle valutazioni sopra descritte, di limitare il consumo di carne arrosto e di evitare assolutamente la cottura dei cibi sulla fiamma viva, poichè in questi casi gli inquinanti andrebbero ingeriti, e le quantità assorbite sarebbero molto maggiori.