Salve a tutti, ho letto molte discussioni di questo forum, non trovando però una situazione analoga alla mia, cercherò di essere breve
Parecchi anni fa sono stati ipotecati 7/10 (4/10 di mia madre e 3/10 di mio fratello) della casa di cui anch'io sono comproprietaria, la mia quota di 3/10 non è stata ipotecata in quando io all'epoca ero minorenne. L'ipoteca ricadente su questo immobile era di circa 80 mila euro ed è stata fatta per acquistare una gelateria che ha chiuso dopo 3 anni di attività. Mia madre di questa ipoteca ha saldato solo 5 mila euro, dopo parecchi anni, la pratica è passata al recupero crediti, la soluzione migliore suggerita è stata quella di vendere l'immobile e saldare l'ipoteca. Mia madre non ha fatto nulla, ha proposto al recuper credito la mia firma, ovvero ipotecare anche i miei 3/10, per poter rinegoziare il mutuo (cosa che è stata dal principio negata da me). Un bel giorno mia madre mi telefona e mi dice che il recupero crediti ha accettato questa proposta, dopo ciò io mi sono messa in contatto con loro e ho negato questa possibilità. Mia madre mi ha lanciato accuse davvero pesanti e dopo le sue insistenza presa dall'esasperazione ho trovato una soluzione diversa, mettere in vendita la casa così da saldare la loro ipoteca e avere un gruzzoletto da poter investire. Ora iniziano a sorgere i problemi più grossi. Mi reco in agenzia immobiliare (il titolare è amico di mia madre e di mio fratello e ha saputo da me fin dal principio i pessimi rapporti che ho con entrambi) e con le autorizzazioni necessarie anche degli altri proprietari metto in vendita l'abitazione. Ci viene fornita una proposta d'acquisto a 105 mila euro (5 mila euro in meno al valore effettivo di mercato attuale), sulla proposta c'è il termine per il rogito fissato al 28 febbraio 2011, viene firmata da tutti, ovviamente ci sono anche gli obblighi d'estinzione ipotecaria etc. Arriviamo al preliminare presso un notaio di fiducia degli acquirenti (17 dicembre 2010), al notaio ho chiesto (a mio parere anche non necessario, essendo scritto sul preliminare che l'ipoteca veniva saldata esclusivamente dagli altri proprietari) se l'intera cifra netta che rimaneva (20 mila euro circa in quanto 7,900 euro venivano già tolti dalla mia parte per aiutare gli altri a saldare l'ipoteca) spettava interamente a me, la risposta fu: "logicamente verrà fatto un assegno a lei, in quanto la sua parte non è ipotecata". Prima di questo preliminare ho sentito anche un avvocato che mi ha confermato ciò. Ho firmato il preliminare ove era scritto che il saldo veniva versato dagli acquirenti sotto forma di assegni circolari. Dopo ciò gli acquirenti hanno preferito saldare l'agente immobiliare in nero per non pagare l'IVA e di conseguenza ho dovuto fare così anch'io, in quanto non era possibile usufruire dell'agente immobiliare solo dalla parte venditrice. L'agente immobiliare è riuscito (pagandolo 1.000 euro in più) a creare un accordo con il recupero crediti di 78.000 euro invece di 85.000 che doveva essere (documentato). A seguito di ciò mi sono recata successivamente dal notaio per una conferma sul saldo percepito alla fine, anche questa volta la sua risposta è stata in mio favore, consigliandomi comunque di far scrivere agli altri comproprietari una dichiarazione di debito nei miei confronti di 7,900 euro detratti dalla mia parte per il saldo dell'ipoteca. Sono stati fissati, solo verbalmente più atti (11 febbraio 15 febbraio 17 febbraio) e ho fatto un viaggio di 500 km per essere presente. L'atto finale è stato fissato con avviso tramite mail il 28 febbraio, mi sono presentata e sono rimasta veramente allibita! In pratica mentre leggeva l'atto, il notaio, ha detto che la parte restante, netta, cioè 20 mila euro, venivano saldati con 3 assegni circolari divisi per quote, al chè io mi sono arrabbiata e ho chiesto spiegazioni e mi è stato risposto che dopo aver ricevuto una telefonata da mia madre in cui le diceva che se non avessero preso questi soldi non avrebbero firmato lei ha dovuto fare così per la buona riuscita dell'atto (VISTO CHE IL NOTAIO VIENE PAGATO ALLA FINE NO?!). Vorrei precisare che non mi è stato comunicato nulla, il notaio se l'è presa con l'agente immobiliare, ma a quel punto (visto che l'AI a regola non ha riscosso nulla, me l'avrebbe dovuto comunicare il notaio,no?) Ho dichiarato di non voler firmare a questo punto e ho richiesto a madre e fratello di scrivere una loro dichiarazione di debito e mi è stato risposto categoricamente di no. Il notaio ha ammesso che io avevo ragione ma che poi dovevo rivalermi legalmente su di loro. Il notaio al mio rifiuto ha detto: bene, allora mi fate un'assegno del doppio della caparra confirmatorio, dopo questa minaccia era intenzionata a firmare, o per meglio dire obbligata! Alla fine questo atto il 28 (preciso che anche sul preliminare di vendita c'è scritto come termine entro e non oltre il 28 febbraio) non si è potuto concludere perchè aala banca che concedeva il mutuo agli acquirenti, non bastava la dichiarazione di cancellazione di ipoteca con il decreto Bersani e hanno detto che ci volevano un paio di giorni per la risposta. All'agenzia immobiliare ho detto che entro domenica io me ne sarei andata. Corro subito, appena arrivata, dall'avvocato e quest'ultimo invia una lettera di inadempimento a tutti i coinvolti, sotto suo consiglio non rispondo alle interminabili chiamate di notaio e AI, mi arriva un'email il 7 dicendomi che l'atto era stato spostato al 9 di marzo. Mia madre, notaio e AI si mettono in contatto con l'avvocato al quale dicono che io ho rivolto la domanda al notaio dopo aver firmato il preliminare, ma mi chiedo che senso avrebbe avuto, visto che io volevo tutelarmi. Il mio avvocato mi ha detto che essendo stato un problema fra banche risolvibile devo concludere questo atto. Ho passato giorni a non dormire perchè oltre il danno la beffa, in pratica vogliono farmi passare per pazza! Comunque il mio avvocato ha mandato una lettera ai coinvolti per rimandare l'atto al giorno 14 marzo. Ora io mi chiedo: è giusto tutto questo? A questo punto non c'è modo di annullare il preliminare di vendita? Preciso che il preliminare non è registrato, ho già letto però che non può essere un motivo di risoluzione contratto. Poi un altra cosa, abbiamo firmato tutti lo stesso preliminare, mia madre e mio fratello non si sarebbero dovuti informare prima di firmare se non fossero stati d'accordo. Ora il notaio ha aggiunto la parte degli assegni in modo da obbligarmi a firmare, in quanto mi è stato detto che se non firmassi risulterei solo io inadempiente e non i comproprietari. Bello schifo!! Attendo urgentemente una risposta da chi sa più di me. Spero di aver descritto la situazione nel miglior modo possibile. Grazie mille a tutti!!
Parecchi anni fa sono stati ipotecati 7/10 (4/10 di mia madre e 3/10 di mio fratello) della casa di cui anch'io sono comproprietaria, la mia quota di 3/10 non è stata ipotecata in quando io all'epoca ero minorenne. L'ipoteca ricadente su questo immobile era di circa 80 mila euro ed è stata fatta per acquistare una gelateria che ha chiuso dopo 3 anni di attività. Mia madre di questa ipoteca ha saldato solo 5 mila euro, dopo parecchi anni, la pratica è passata al recupero crediti, la soluzione migliore suggerita è stata quella di vendere l'immobile e saldare l'ipoteca. Mia madre non ha fatto nulla, ha proposto al recuper credito la mia firma, ovvero ipotecare anche i miei 3/10, per poter rinegoziare il mutuo (cosa che è stata dal principio negata da me). Un bel giorno mia madre mi telefona e mi dice che il recupero crediti ha accettato questa proposta, dopo ciò io mi sono messa in contatto con loro e ho negato questa possibilità. Mia madre mi ha lanciato accuse davvero pesanti e dopo le sue insistenza presa dall'esasperazione ho trovato una soluzione diversa, mettere in vendita la casa così da saldare la loro ipoteca e avere un gruzzoletto da poter investire. Ora iniziano a sorgere i problemi più grossi. Mi reco in agenzia immobiliare (il titolare è amico di mia madre e di mio fratello e ha saputo da me fin dal principio i pessimi rapporti che ho con entrambi) e con le autorizzazioni necessarie anche degli altri proprietari metto in vendita l'abitazione. Ci viene fornita una proposta d'acquisto a 105 mila euro (5 mila euro in meno al valore effettivo di mercato attuale), sulla proposta c'è il termine per il rogito fissato al 28 febbraio 2011, viene firmata da tutti, ovviamente ci sono anche gli obblighi d'estinzione ipotecaria etc. Arriviamo al preliminare presso un notaio di fiducia degli acquirenti (17 dicembre 2010), al notaio ho chiesto (a mio parere anche non necessario, essendo scritto sul preliminare che l'ipoteca veniva saldata esclusivamente dagli altri proprietari) se l'intera cifra netta che rimaneva (20 mila euro circa in quanto 7,900 euro venivano già tolti dalla mia parte per aiutare gli altri a saldare l'ipoteca) spettava interamente a me, la risposta fu: "logicamente verrà fatto un assegno a lei, in quanto la sua parte non è ipotecata". Prima di questo preliminare ho sentito anche un avvocato che mi ha confermato ciò. Ho firmato il preliminare ove era scritto che il saldo veniva versato dagli acquirenti sotto forma di assegni circolari. Dopo ciò gli acquirenti hanno preferito saldare l'agente immobiliare in nero per non pagare l'IVA e di conseguenza ho dovuto fare così anch'io, in quanto non era possibile usufruire dell'agente immobiliare solo dalla parte venditrice. L'agente immobiliare è riuscito (pagandolo 1.000 euro in più) a creare un accordo con il recupero crediti di 78.000 euro invece di 85.000 che doveva essere (documentato). A seguito di ciò mi sono recata successivamente dal notaio per una conferma sul saldo percepito alla fine, anche questa volta la sua risposta è stata in mio favore, consigliandomi comunque di far scrivere agli altri comproprietari una dichiarazione di debito nei miei confronti di 7,900 euro detratti dalla mia parte per il saldo dell'ipoteca. Sono stati fissati, solo verbalmente più atti (11 febbraio 15 febbraio 17 febbraio) e ho fatto un viaggio di 500 km per essere presente. L'atto finale è stato fissato con avviso tramite mail il 28 febbraio, mi sono presentata e sono rimasta veramente allibita! In pratica mentre leggeva l'atto, il notaio, ha detto che la parte restante, netta, cioè 20 mila euro, venivano saldati con 3 assegni circolari divisi per quote, al chè io mi sono arrabbiata e ho chiesto spiegazioni e mi è stato risposto che dopo aver ricevuto una telefonata da mia madre in cui le diceva che se non avessero preso questi soldi non avrebbero firmato lei ha dovuto fare così per la buona riuscita dell'atto (VISTO CHE IL NOTAIO VIENE PAGATO ALLA FINE NO?!). Vorrei precisare che non mi è stato comunicato nulla, il notaio se l'è presa con l'agente immobiliare, ma a quel punto (visto che l'AI a regola non ha riscosso nulla, me l'avrebbe dovuto comunicare il notaio,no?) Ho dichiarato di non voler firmare a questo punto e ho richiesto a madre e fratello di scrivere una loro dichiarazione di debito e mi è stato risposto categoricamente di no. Il notaio ha ammesso che io avevo ragione ma che poi dovevo rivalermi legalmente su di loro. Il notaio al mio rifiuto ha detto: bene, allora mi fate un'assegno del doppio della caparra confirmatorio, dopo questa minaccia era intenzionata a firmare, o per meglio dire obbligata! Alla fine questo atto il 28 (preciso che anche sul preliminare di vendita c'è scritto come termine entro e non oltre il 28 febbraio) non si è potuto concludere perchè aala banca che concedeva il mutuo agli acquirenti, non bastava la dichiarazione di cancellazione di ipoteca con il decreto Bersani e hanno detto che ci volevano un paio di giorni per la risposta. All'agenzia immobiliare ho detto che entro domenica io me ne sarei andata. Corro subito, appena arrivata, dall'avvocato e quest'ultimo invia una lettera di inadempimento a tutti i coinvolti, sotto suo consiglio non rispondo alle interminabili chiamate di notaio e AI, mi arriva un'email il 7 dicendomi che l'atto era stato spostato al 9 di marzo. Mia madre, notaio e AI si mettono in contatto con l'avvocato al quale dicono che io ho rivolto la domanda al notaio dopo aver firmato il preliminare, ma mi chiedo che senso avrebbe avuto, visto che io volevo tutelarmi. Il mio avvocato mi ha detto che essendo stato un problema fra banche risolvibile devo concludere questo atto. Ho passato giorni a non dormire perchè oltre il danno la beffa, in pratica vogliono farmi passare per pazza! Comunque il mio avvocato ha mandato una lettera ai coinvolti per rimandare l'atto al giorno 14 marzo. Ora io mi chiedo: è giusto tutto questo? A questo punto non c'è modo di annullare il preliminare di vendita? Preciso che il preliminare non è registrato, ho già letto però che non può essere un motivo di risoluzione contratto. Poi un altra cosa, abbiamo firmato tutti lo stesso preliminare, mia madre e mio fratello non si sarebbero dovuti informare prima di firmare se non fossero stati d'accordo. Ora il notaio ha aggiunto la parte degli assegni in modo da obbligarmi a firmare, in quanto mi è stato detto che se non firmassi risulterei solo io inadempiente e non i comproprietari. Bello schifo!! Attendo urgentemente una risposta da chi sa più di me. Spero di aver descritto la situazione nel miglior modo possibile. Grazie mille a tutti!!