Innanzitutto va detto che affittare una stanza della propria abitazione non rientra nella ipotesi del contratto di affittacamere, che è un'attività equiparabile a quella alberghiera, quindi condotta in forma imprenditoriale e non occasionale.
Concedere in locazione una o più camere a diversi soggetti, con uso in comune di bagno e cucina e di altro vano dell’immobile e senza prestazione di alcun servizio, non comporta quindi un rapporto di affittacamere ma di semprice locazione, soggetta a forma contrattuale scritta e registrazione se la durata della locazione supera i 30 giorni.
Può essere stipulato un contratto per uso transitorio, ad esempio, ed indicato in fase di registrazione che si tratta di una locazione dei locali parziale (i moduli di richiesta di registrazione lo prevedono).
Per quanto riguarda il trattamento fiscale, la casa utilizzata come abitazione principale gode di una deduzione, rapportata alla quota di possesso, pari alla rendita catastale. Ovvero non si pagano tasse se si utilizza solo come abitazione. Nel caso di locazione parziale occorre effettuare il confronto tra la rendita catastale e l’importo dell'affitto. Se la prima è superiore, l’unità è assoggettata a tassazione sulla base della rendita catastale, quindi sconta la deduzione completa. Se invece l'affitto è superiore alla rendita catastale la deduzione non è ammessa e si paga l'IRPEF sull'85% dei canoni incassati, oppure si paga il 21% o il 19% se locazione soggetta al regime di cedolare secca.
Dalle istruzioni del modello UNICO PF 2011 relative al quadro RB (immobili):
"Si considera abitazione principale quella nella quale il contribuente o i suoi familiari (coniuge, parenti entro il terzo grado ed affini entro il secondo grado) dimorano abitualmente. Per l’abitazione principale compete la deduzione dal reddito complessivo fino all’ammontare della rendita catastale dell’unità immobiliare stessa e delle relative pertinenze. La deduzione va indicata nel rigo RN2."
e più avanti:
"b) se in colonna 2 (Utilizzo) di almeno un rigo è indicato il codice 3, oppure è indicato il codice 1 e nello stesso rigo è presente il canone di locazione (locazione di una parte dell’immobile adibito ad abitazione principale) riportare nella colonna 8 del primo rigo in cui il fabbricato è stato indicato, il maggiore tra il totale delle quote di rendita e il totale delle quote di canone di locazione;"
Per quanto riguarda l'ICI e l'esenzione dell'abitazione principale, bisogna invece fare riferimento ai vari regolamenti comunali in tema di ICI e vedere se il caso è contemplato, ma credo che dovrebbe comunque non venir meno l'esenzione alle stesse condizioni di cui sopra.