Sono anche io un agente immobiliare e rispondo a tutti per fare un pò di chiarezza: contrariamente a quello che stanno affermando i miei colleghi, e purtroppo è diventata una consuetudine credere ciò in Italia, l'incarico NON è un contratto!
L'incarico è in termine giuridico un onere, ed è reciproco: un onere è un impegno, che da un lato si prende chi vende a vendere a certe condizioni, dall'altro si prende l'agente immobiliare a trovare un acquirente, o, più precisamente, a far si che si concluda l'affare.
Proprio perchè l'agente immobiliare deve essere super partes, non può e non deve impegnarsi contrattualmente con una delle due.
La forma contrattuale è prevista per il solo mandato (che per un agente è a titolo oneroso, e può essere con o senza rappresentanza, ovvero agisco per conto del proprietario ma o in nome proprio o in nome dello stesso proprietario). In questo caso rappresento una parte. Ma non è quello che vi fanno firmare i miei colleghi, che al 99,99% è un incarico, quindi, ripeto, non è un contratto.
Chiarito questo, quella che voi chiamate penale, in realtà un giudice la chiamerebbe "rimborso spese": se io agente immobiliare sostengo delle spese (investo in pubblicità, pago dei dipendenti per fare gli appuntamenti, faccio telefonate, impiego il mio tempo e la mia professionalità), posso lecitamente chiedere un rimborso qualora chi mi ha incaricato decida di non avvalersi più del mio contributo. Posso anche decidere di scrivere, nella lettera di incarico, che nulla mi è dovuto a titolo di rimborso (proprio perchè magari mi prendo 6 mesi di tempo promettendo di trovare un acquirente: se fallisco, mi assumo il prezzo del mio fallimento). Se non c'è scritto nulla, in caso di recesso anticipato (e quindi senza che mi sia dato il tempo di portare a termine il compito affidatomi) io potrei chiedere appunto il rimborso, e quello da un giudice mi verrebbe accordato, salvo nei casi di comprovato lassismo da parte mia.
L'incarico però ha valore anche se verbale (la classica stretta di mano) proprio perchè è un impegno reciproco, non un contratto! La forma scritta è consigliabile solo ed esclusivamente per maggiore chiarizza circa gli impegni presi (verba volant, scripta manent...).
Potrei essere anche io a recedere da un in incarico, se mi rendessi conto che chi mi ha incaricato non rispetta gli accordi (pubblicizza lui o, peggio, un'altra agenzia, non mi permette di fare gli appuntamenti ecc. ecc.).: una ragione per recedere da un incarico è il venir meno del rapporto di fiducia tra chi si è preso l'onere.
Insomma, non esiste che una delle due parti sia con le manette ai polsi e l'altra libera di disporre a proprio piacimento!
Tornando all'argomento del topic, un rimborso spese accordato non sarà mai uguale alla provvigione, a meno che tu non ti sia accordato su una certa cifra che alcune agenzie furbescamente scrivono come "compenso" senza specificare a titolo di cosa: provvigione? rimborso spese? Dal canto mio, considererei comunque un accordo del genere come vessatorio nei confronti di chi lo ha sottoscritto...
Se avete dubbi scrivetemi pure in privato
Marco Rossi
L'incarico è in termine giuridico un onere, ed è reciproco: un onere è un impegno, che da un lato si prende chi vende a vendere a certe condizioni, dall'altro si prende l'agente immobiliare a trovare un acquirente, o, più precisamente, a far si che si concluda l'affare.
Proprio perchè l'agente immobiliare deve essere super partes, non può e non deve impegnarsi contrattualmente con una delle due.
La forma contrattuale è prevista per il solo mandato (che per un agente è a titolo oneroso, e può essere con o senza rappresentanza, ovvero agisco per conto del proprietario ma o in nome proprio o in nome dello stesso proprietario). In questo caso rappresento una parte. Ma non è quello che vi fanno firmare i miei colleghi, che al 99,99% è un incarico, quindi, ripeto, non è un contratto.
Chiarito questo, quella che voi chiamate penale, in realtà un giudice la chiamerebbe "rimborso spese": se io agente immobiliare sostengo delle spese (investo in pubblicità, pago dei dipendenti per fare gli appuntamenti, faccio telefonate, impiego il mio tempo e la mia professionalità), posso lecitamente chiedere un rimborso qualora chi mi ha incaricato decida di non avvalersi più del mio contributo. Posso anche decidere di scrivere, nella lettera di incarico, che nulla mi è dovuto a titolo di rimborso (proprio perchè magari mi prendo 6 mesi di tempo promettendo di trovare un acquirente: se fallisco, mi assumo il prezzo del mio fallimento). Se non c'è scritto nulla, in caso di recesso anticipato (e quindi senza che mi sia dato il tempo di portare a termine il compito affidatomi) io potrei chiedere appunto il rimborso, e quello da un giudice mi verrebbe accordato, salvo nei casi di comprovato lassismo da parte mia.
L'incarico però ha valore anche se verbale (la classica stretta di mano) proprio perchè è un impegno reciproco, non un contratto! La forma scritta è consigliabile solo ed esclusivamente per maggiore chiarizza circa gli impegni presi (verba volant, scripta manent...).
Potrei essere anche io a recedere da un in incarico, se mi rendessi conto che chi mi ha incaricato non rispetta gli accordi (pubblicizza lui o, peggio, un'altra agenzia, non mi permette di fare gli appuntamenti ecc. ecc.).: una ragione per recedere da un incarico è il venir meno del rapporto di fiducia tra chi si è preso l'onere.
Insomma, non esiste che una delle due parti sia con le manette ai polsi e l'altra libera di disporre a proprio piacimento!
Tornando all'argomento del topic, un rimborso spese accordato non sarà mai uguale alla provvigione, a meno che tu non ti sia accordato su una certa cifra che alcune agenzie furbescamente scrivono come "compenso" senza specificare a titolo di cosa: provvigione? rimborso spese? Dal canto mio, considererei comunque un accordo del genere come vessatorio nei confronti di chi lo ha sottoscritto...
Se avete dubbi scrivetemi pure in privato
Marco Rossi