flaut70

Nuovo Iscritto
Abito in una bipalazzina ex Ina CASA costruita alla fine degli anni '50 , costituita da 2 blocchi adiacenti di 6 appartamenti ciascuno.
Abbiamo un problema di proprietà in una delle palazzine con uno degli appartamenti. Mi spiego meglio, l'inquilino che abitava in questa casa fino ad una decina di anni fa è deceduto , l'appartamento non è stato mai riscattato e gli eredi cioè i figli, non sono interessati e se ne infischiano sia del riscatto che della gestione della proprietà immobiliare.
Il risultato, è che la casa è disabitata da anni ,nel condominio si accumulano i debiti riguardanti le normali spese di gestione dell'appartamento e le spese relative ai lavori ordinari e straordinari che sono in parte già stati fatti e che bisogna con urgenza effettuare, data l'effettiva età di costruzione dell'immobile stesso .
Mi domando, dato che l'appartamento non riscattato da nessuno risulta ancora dell'Ente INA CASA di Brindisi che sembra non esisti più, potreste aiutarmi , indicandomi quale Ente nel corso degli anni vi è subentrato al suo posto?
Cosa e come possiamo agire come Condominio per poter recuperare le spese già anticipati da tutti i condomini , magari riuscendo anche a vendere finalmente questa unità immobiliare?
Vi ringrazio anticipatamente .
 

cautandero

Nuovo Iscritto
Proprietario Casa
L'attuale propietario sarebbe L' Istituto Autonomo Case Popolari (IACP) della tua provincia. Infatti è all'IACP che è stato conferito tutto l'ex patrimonio immobiliare dell'INA-CASA.
 

Luigi Barbero

Membro Senior
Proprietario Casa
Tieni presente che dopo gli IACP possono essere intervenuti nella proprietà gli ATER. Dico questo, perchè ho appena risolto un caso analogo che riguardava me ed i miei fratelli.
Funzionava così. L'assegnatario veniva chiamato dopo un periodo pari alla metà della durata del tempo previsto per il riscatto. Poniamo che fosse venticinquennale, veniva chiamato dall'INA Casa intorno al 12-13° anno di assegnazione e gli facevano firmare l'atto di compravendita dell'alloggio. Questo perchè a metà del periodo aveva già "riscattato" la quota "interessi" del riscatto. Restava quindi solo più la quota "capitale". Perciò, pponendo valido il mo discorso, l'assegnatario dovrebbe essere stato convocato intorno al 1973-74. Questo, sempre che fosse in regola con i pagamenti dei canoni mensili Supponiamo di si e che abbia continuato a pagare regolarmente fino al 1985 (ho supposto come data di partenza il 1960). A questo punto l'alloggio è di piena proprietà dell'assegnatario e deve solo essere fatta la voltura catastale in quanto l'atto era già stato stipulato. A me è successo così. Quasi sicuramente i proprietari, a tutti gli effetti, sono gli eredi, anche se non lo sanno. DEvi cercare passo-passo chi ha preso in carico i documenti. A Torino, dove è successo il mio fatto era: INA-Casa, poi GESCAL, poi IACP, poi ATER (o simile, non ricordo bene....)
 

Luigi Barbero

Membro Senior
Proprietario Casa
Per continuare il racconto, dovresti svolgere una discreta indagine presso l'ultimo degli enti elencati. Loro avranno sicuramente una copia dell'atto di proprietà sul quale risulterà -quasi certamente- il nome dell'assegnatario.
A questo punto, con un buon avvocato potrete insinuarvi nell'eredità e ottenere la vendita giudiziale dell'appartamento per entrare in possesso delle quote condominiali arretrate. Purtroppo, però, penso che alcune di loro si siano prescritte. L'avvocato saprà sicuramente meglio di me quante e quali quote potrete ancora esigere. Auguri
 

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