ragiona

Membro Ordinario
Proprietario Casa
Allora, perdonate la semplificazione, ma alla fine sento il bisogno di restare sul pratico: se io possiedo nel Comune A un appartamento che ho anagraficamente individuato come abitazione principale (quindi residenza) presso il quale io trascorro i fine settimana e le ferie tornando dal Comune B , presso il quale ho un’attività lavorativa e/o di studio e dove dimoro una parte della settimana (e quindi risiedo?) in una camera in affitto regolarmente registrato, sulla mia abitazione principale ( e mia unica proprietà) devo pagare l’IMU a) con aliquota da prima casa e con detrazione di 200 euro oppure b) come seconda casa senza alcuna detrazione, pur risiedendovi anagraficamente?. Può sembrare una domanda accademica ,però se non ho capito male la residenza anagrafica e il centro della propria attività devono coesistere per beneficiare dell’ipotesi a)? Gradirei una risposta precisa grazie
 

Nemesis

Membro Storico
Proprietario Casa
la residenza anagrafica e il centro della propria attività devono coesistere per beneficiare dell’ipotesi a)
Andiamo alla norma (art. 13, comma 2 del D.L. n. 201/2011):
"(omissis)
Per abitazione principale si intende l'immobile, iscritto o iscrivibile nel catasto edilizio urbano come unica unità immobiliare, nel quale il possessore e il suo nucleo familiare dimorano abitualmente (Mia nota 1) e risiedono anagraficamente (Mia nota 2).
(omissis)"

Mia nota 1: dimorano abitualmente -> vi hanno la residenza, come definita dall'art. 43, secondo comma c.c. (effettiva situazione di fatto).
Mia nota 2: risiedono anagraficamente -> infelice espressione del legislatore, per indicare (invece) "vi abbiano l'iscrizione anagrafica".
Ricordo ancora che la residenza (luogo di dimora abituale) è una mera situazione di fatto. A questa situazione di fatto devono sempre corrispondere le registrazioni anagrafiche, le cui dichiarazioni vanno rese, all’Ufficiale di anagrafe del comune in cui si è andati ad abitare (o in cui sia avvenuto un cambiamento di abitazione), entro 20 giorni da ogni variazione. Le dichiarazioni prescritte dalla legge e dal regolamento anagrafici sono obbligatorie. L'obbligo sorge in relazione al solo fatto di avere la dimora abituale in un dato comune e indirizzo.

Il "centro della propria attività" (perifrasi per indicare il domicilio, come definito dall'art. 43, primo comma c.c.) è del tutto irrilevante.
 

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