sale e pepe

Membro Junior
Proprietario Casa
.... sembrano due esiti in contrasto, non ti pare?

Anch'io propendo per la seconda
Ma se una transazione, che e' un contratto legittimo che si puo' stipulare in varie sedi a maggior ragione se con testimoni, dettaglia l accaduto e viene allegata ad un rogito, quindi una compravendita con la quale il notaio dichiara una suddivisione riportando in essa i precedenti rogiti, non e' titolo valido da p per i registri immobiliari, a cosa serve l istituzione della transazione?

Se si fosse ricorsi alla mediazione e si fosse raggiunto il medesimo accordo, sarebbe comunque dovuto intervenire un notaio senza la necessita' di interpellare un giudice, accordo eredi = rogito

Secondo gli avvocati, il ricorso al tribunale ha la sua logica ma solo in caso di disaccordo tra le parti , non crede?
 

sale e pepe

Membro Junior
Proprietario Casa
Premesso che sui forum ci si dà del tu, ci posso anche credere. Ma non sono competente.
Per intanto adesso parli di transazione, trascritta da un notaio. Che mi pare cosa diversa da un accordo tra privati o avvocati, senza un formale seguito. Ma non sono competente in procedure legali.
Ho un rispetto profondo per chi mi ascolta e che non conosco, che mi spinge inconsciamente a dare del Lei a tutti.
Seguiro' comunque suo/tuo consiglio e al bisogno, sentiro' parere di altri notai, grazie
 

basty

Membro Storico
Proprietario Casa
capisco le tue remore. A maggior ragione essendo inconsueto tra i miei coetanei. Ma poi ci si fa l’abitudine. E a volte il “lei” Qui diventa un modo per prendere le distanze e mancar di rispetto. Come vedi è solo una convenzione
 

Luigi Criscuolo

Membro Storico
Proprietario Casa
sembrano due esiti in contrasto, non ti pare?
si tratta di due sviluppi differenti: uno ha preso la strada dell'alienazione al di fuori del ceppo familiare (in 31 anni può anche esserci stato un secondo passaggio di proprietà) per pagare i debiti del de cuius medesimo.
Il secondo caso è stato raggiunto un accordo sulla compensazione del pretermesso che però ha sparigliato le carte facendo fare delle correzioni catastali e presumo presso la conservatoria dei RR.II., portando una sentenza di riconoscimento della paternità; quindi necessita una sentenza di un giudice che sancisca l'ufficialità dell'accordo e rimetta la situazione proprietaria a posto.
 

Franci63

Membro Storico
Proprietario Casa
Credo che solo un notaio possa trovare il sistema più corretto ed efficace per risolvere la situazione, ma deve avere una certa esperienza, e non tutti ce l'hanno allo stesso livello.
Trovo ragionevole provare ad interpellarne altri, se gia il vostro non si è consultato con colleghi o non ha approfondito a sufficienza la questione.
 

plutarco

Membro Assiduo
Proprietario Casa
Anch'io propendo per la seconda opzione esposta da Luigi. La situazione, ad onor del vero, è piuttosto allucinante. Io ritengo che solo una sentenza possa annullare lo scioglimento della comunione ereditaria. Io ricordo la tua situazione, e comunque bisogna capire anche quest'altro figlio, che è stato, scusami per la franchezza, abbandonato da tuo padre.
 

griz

Membro Storico
Professionista
la situazione è oggettivamente complessa ma ritengo che con un atto notarile redatto esponendo per passaggi tutta la storia e gli accordi presi, possa sistemare tutta la faccenda, per quanto ne so questo è quanto avviene anche in seguito a sentanza di un giudice. Un particolare: a volte le sentenze civili vengono emesse con scritture molto generiche e lacunose mentre invece un atto notarile è preciso, sopratutto i tempi di chiusura della faccenda sono certi e con spese controllabili. Credo che un notaio esperto possa consigliarvi al meglio
 

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