Buongiorno, a seguito di un accordo di transazione bonaria (fatta con l intervento degli avvocati) per la liquidazione della quota di uno degli eredi, il notaio che ammette di non aver mai visto un caso simile, pone dei dubbi sulla procedura .
Cosa e' accaduto:
1988 Successione aperta con beneficio e minori.
1989 Vendita immobile autorizzata dal tribunale per appianare alcuni dei debiti.
1999 Scioglimento della comunione.
2004 Compravendita con cessione quote tra madre/ figlia e genero.
2010 Compravendita di immobile tra fratello /sorella e cognato.
(In pratica, negli anni la sorella in comunione con il marito, acquista dalla madre e dai fratelli l intera eredita' sciolta nel 1999.)
Nel 2012 si fa riconoscere giudizialmente un figlio del de cuius .
Nel 2014 l "erede emerso" presenta dichiarazione di successione sostitutiva con voltura e al catasto tutta l eredita' immobiliare ( nonostante la divisione del 1999 e gli atti del 1994 e 2010) torna ad essere in comunione a tutti.
Ora, la richiesta degli avvocati e degli eredi al notaio e':
fare un rogito che attesti che l erede "emerso" cede agli altri la sua quota a fronte di una somma , cosí che, con questo atto, gli eredi possano comunicare al catasto che tutto deve essere riportato come indicano gli atti fino al 2010.
Il notaio invece, pensa, ma e' comunque dubbioso, che sia meglio che l "erede emerso" rinunci all eredita' insieme ai suoi figli maggiorenni in cancelleria del tribunale a fronte di una somma che pero' non capiamo come giustificare.
Inoltre, c e' da verificare la vendita del 1989 autorizzata dal tribunale. L acquirente che e' all oscuro e estraneo al nucleo familiare puo' avere problemi nel caso si facesse transazione anziche' rinuncia?
Poi, come puo' essere fattibile la rinuncia dopo la voltura del 2014 ai registri immobiliari?
Grazie a chi vorra' arrovellarsi il cervello
Cosa e' accaduto:
1988 Successione aperta con beneficio e minori.
1989 Vendita immobile autorizzata dal tribunale per appianare alcuni dei debiti.
1999 Scioglimento della comunione.
2004 Compravendita con cessione quote tra madre/ figlia e genero.
2010 Compravendita di immobile tra fratello /sorella e cognato.
(In pratica, negli anni la sorella in comunione con il marito, acquista dalla madre e dai fratelli l intera eredita' sciolta nel 1999.)
Nel 2012 si fa riconoscere giudizialmente un figlio del de cuius .
Nel 2014 l "erede emerso" presenta dichiarazione di successione sostitutiva con voltura e al catasto tutta l eredita' immobiliare ( nonostante la divisione del 1999 e gli atti del 1994 e 2010) torna ad essere in comunione a tutti.
Ora, la richiesta degli avvocati e degli eredi al notaio e':
fare un rogito che attesti che l erede "emerso" cede agli altri la sua quota a fronte di una somma , cosí che, con questo atto, gli eredi possano comunicare al catasto che tutto deve essere riportato come indicano gli atti fino al 2010.
Il notaio invece, pensa, ma e' comunque dubbioso, che sia meglio che l "erede emerso" rinunci all eredita' insieme ai suoi figli maggiorenni in cancelleria del tribunale a fronte di una somma che pero' non capiamo come giustificare.
Inoltre, c e' da verificare la vendita del 1989 autorizzata dal tribunale. L acquirente che e' all oscuro e estraneo al nucleo familiare puo' avere problemi nel caso si facesse transazione anziche' rinuncia?
Poi, come puo' essere fattibile la rinuncia dopo la voltura del 2014 ai registri immobiliari?
Grazie a chi vorra' arrovellarsi il cervello