Massimiliano Lusetti

Membro dello Staff
Parafrasando una famosa pubblicità è quello che viene da pensare guardando quello che sta accadendo in questi giorni con la presentazione del nuovo decreto legge sulle semplificazioni proposto dal goVerno che potete trovare spiegato e commentato nel link qui sotto:
edilportale: RISTRUTTURAZIONI SENZA DIA

La notizia di cui stiamo discutendo è l'ennesima boutade del governo, che fa riferimento alla presupposta semplificazione delle procedure edilizie per fare uscire dalla crisi il settore edilizio.

Sia pure considerando che la semplificazione di norme e procedure per l'ottenimento di autorizzazioni e procedure urbanistiche sarebbe un ottimo strumento per rivitalizzare il comparto edilizio e rendere la burocrazia più efficiente e mirata alla reale salvaguardia del territorio e del lavoro, di certo le norme previste da questo “decretucolo” non possono altro che essere motivo di orrore e raccapriccio per le persone responsabili che ancora credono che il progettare sia una missione.

Ridurre l'edilizia a semplice materia per neofiti senza controllo, ne formale preliminare, ne tanto meno fattuale sulle opere realizzate è un'operazione in contraddizione con tutte le altre norme messe in piedi da questo e dai precedenti governi che hanno legiferato, anche malamente, in materia.

L'architettura si annida anche nei dettagli e anche le norme del buon costruire devono essere garantite da una qualche figura professionale. La deregolamentazione selvaggia proposta dal governo non solo consente a chi che sia di “non progettare” interventi sull'esistente ma influisce in maniera pesante anche sulle possibilità di controllo da parte degli enti preposti.

Insinua la cultura dell'inutilità del progetto e da sempre più sapore di "balzello" a dictat quali quello del certificato energetico obbligatorio per la vendita degli immobili.

Interventi legislativi operati da persone che non sanno nulla di pianificazione urbanistica, estetica e salvaguardia del territorio è un vero obbrobrio e fa anche capire la strategia di questo governo che tramite “architetti senatori” che si prestano al gioco, tentano di allargare le competenze dei geometri nella progettazione a discapito di quanto segnalato da più sentenze della C.C. poiché già sapevano che anche n piccoli lavori per cui avrebbero avuto competenza non saranno più necessari le loro prestazioni.

Semplificare significa dare più valore alle competenze dei progettisti e renderli garanti del progetto e della sua rispondenza a tutte le normative e prescrizioni di legge.

Semplificare significa applicare regole semplici al territorio, uniformare le norme generali su tutto il territorio nazionale e non frazionarle in mille rivoli;
le autonomie viste in tale ottica sono figlie della più assurda burocrazia e nel complicare la vita a chi deve produrre buoni progetti tenendo presente le prerogative locali ma anche non dovendosi rifare a norme e cavilli pensati più da avvocati che da normatori urbanisti, ingegneri o architetti.

Una vera semplificazione sarebbe eliminare le pastoie burocratiche autorizzative. Fare assumere ai progettisti la responsabilità penale e civile di quanto progettato come avviene già per le D.I.A. e come avviene in diversi paesi della comunità Europea, rendendo gli iter di approvazioni più veloci e nello stesso tempo dando alla struttura pubblica gli strumenti per realizzare un fattivo controllo sul territorio.

I professionisti del settore immobiliare e i loro ordini provinciali e i consigli nazionali degli architetti e degli ingegneri ribadiscono il NO a NORME STUPIDE che mettono a repentaglio la qualità del costruito.
 

paolodm

Membro Attivo
Io proporrei uno sciopero nazionale di tutte le categorie tecniche.
Blocchiamo tutto, non presentiamo pratiche e progetti, così che non si possa incassare oneri, diritti di segreteria, bolli, tributi ecc. ecc. e vediamo se finalmente lo capiscono che anche i tecnici devono lavorare!!!
geom. Paolo De Marco
 

Massimiliano Lusetti

Membro dello Staff
Non è tanto un problema che anche i tecnici debbano lavorare ma piuttosto un problema che senza i tecnici e senza supervisione tecnica chiunque può operare scelte non consone alla sicurezza e incolumità pubblica. Per esempio in costruzioni di un certa età variazioni su tramezze e /o pavimenti potrebbero implicare rischi strutturali pur rientrando nei limiti di quanto previsto dal D.L. per operare senza progetto e senza D.I.A..
Anche dei politici potremmo farne a meno potremmo pensare noi tecnici ma se non avessimo una classe dirigente che si occupa di mediare e organizzare le regole della società civile sarebbe difficile poi organizzare un qualsiasi progetto. La morale secondo me dovrebbe essere che ognuno faccia il proprio mestiere dal politico all'ingegnere passando per la casalinga. Tutte professioni degne di merito e competenze e per questo indispensabili per garantire i rispettivi ruoli nella società nelle costruzioni e nella famiglia.
 

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