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Appunto il metcato italiano ha 1300 mld di rispami.
Agli italiani piaccono i bond iyaliani purche'ben strutturati e fiscalmente vantaggiosi.
Nessun privato va a comprare bund.
Ne rischia con le valute.
Il mercato c'e'basta seguirlo.
Sono decisioni oculate di strategia politico economica.
Sono idee piuttosto navigate per gli economisti nazionali.
Ma con l Euro si sono illusi e ancora si illudono di far diventare il drbito pubblico italiano ,debito europeo.
Prima con la lira operavano come predetto.
 

sergio gattinara

Membro dello Staff
Proprietario Casa
Appunto il metcato italiano ha 1300 mld di rispami.
Agli italiani piaccono i bond iyaliani purche'ben strutturati e fiscalmente vantaggiosi.
Nessun privato va a comprare bund.
Ne rischia con le valute.
Il mercato c'e'basta seguirlo.
Sono decisioni oculate di strategia politico economica.
Sono idee piuttosto navigate per gli economisti nazionali.
Ma con l Euro si sono illusi e ancora si illudono di far diventare il drbito pubblico italiano ,debito europeo.
Prima con la lira operavano come predetto.[/qu
Il debito pubblico italiano circolante è pari a 1.648 miliardi di euro. Di questo, solo il 30% è in mano estera, in calo dell’8% dall’inizio dell’anno. La fetta più grande, il 63%, ovvero 1.046 miliardi,è detenuto da istituzioni finanziarie italiane. E il restante 7%? Una ricerca di Morgan Stanley ha sottolineato una tendenza che va avanti da mesi. Sui 1.648 miliardi di euro che rappresentano il valore dei bond italiani circolanti, solo 492 sono detenuti da stranieri. La fetta maggiore, 1.046 miliardi di euro (il 63% del totale), è nei portafogli italiani. Non solo. La Banca centrale europea (Bce) è in possesso di 110 miliardi di euro, il 7% del circolante, in obbligazioni italiane. Una quota destinata ad aumentare una volta che l’istituzione guidata da Mario Draghi ricomincerà a rastrellare titoli di Stato italiani sul mercato obbligazionario secondario.

La ricerca di Morgan Stanley evidenzia come, senza le banche italiane, non sarebbe stato possibile per l’Italia collocare il proprio debito pubblico.

autarchia è ormai un fenomeno consolidato in Italia. Le banche italiane detengono 336 miliardi di euro di debito pubblico. Poco, se si guarda all’intero circolante, molto se si effettua un confronto con la quota degli ultimi anni. A fine 2011 nei bilanci delle istituzioni finanziarie italiane c’era il 45% del debito pubblico italiano presente sui mercati finanziari. Ora il livello è salito al 63 per cento. Le prospettive per i prossimi mesi, spiega invece Goldman Sachs, non vedono cambi di rotta: «Da qui a fine anno, anche in presenza di un intervento della Bce, ci aspettiamo che la quota di debito pubblico italiano detenuta dalle istituzioni finanziarie domestiche possa aumentare ancora». La fuga degli stranieri continua.

Come mai si è arrivati a questa situazione? La nazionalizzazione dei mercati obbligazionari non è una novità nell’eurozona. Se non fosse intervenuta la Bce, paesi come Italia e Spagna avrebbero rischiato di perdere l’accesso a questi mercati. Per tal ragione sono arrivate le due operazioni di rifinanziamento a lungo termine (Long-Term refinancing operation, o Ltro) di dicembre e febbraio. Così, si sono aperte linee di credito triennali per circa 1.000 miliardi di euro, con le quali le banche italiane (ma anche le spagnole), hanno potuto effettuare il rollover del debito pubblico esistente in portafoglio. Non solo
. Hanno anche sostenuto le aste di titoli italiane che sono avvenute nella prima parte dell’anno, contribuendo ad abbassare i rendimenti dei bond in emissione.

Per i Btp a dieci anni il miglioramento è stato notevole. Il rendimento è calato in modo significativo in pochi mesi. Dal 7,16% del 9 gennaio scorso, si è passati al 4,81% dell’8 marzo. Nello stesso periodo il rally positivo aveva coinvolto anche le altre maturity dei bond italiani. Il tasso d’interesse delle obbligazioni con scadenza a due anni passarono dal 5,09% all’1,88%, mentre quelle a 5 anni dal 6,40% al 3,54 per cento. Operazione riuscita per la Bce? Non proprio. Come ha ricordato più volte il presidente dell’Eurotower, la rottura del meccanismo di trasmissione della politica monetaria della banca centrale è stata netta. All’abbassarsi del tasso di rifinanziamento della Bce - l’ultimo taglio a luglio - non ha fatto seguito il sollievo sui tassi retail delle banche dei Paesi periferici. Colpa proprio dell’incredibile mole di titoli governativi italiani comprati dalle banche domestiche. Più comprano Bot e Btp e più questi vanno sotto pressione, più le banche italiane soffrono. Eppure, come ha sottolineato la banca anglo-asiatica HSBC a fine luglio, non c’erano margini per fare in modo differente. «L’Italia non poteva permettersi di scendere sui mercati obbligazionari e non trovare compratori», spiegavano gli analisti. Dato che l’accesso ai due fondi salva-Stati europei, lo European financial stability facility (Efsf) e lo European stability mechanism (Esm), è subordinato alla firma di un memorandum d’intesa da parte del Paese richiedente aiuto, l’avvio delle due Ltro da parte della Bce ha dato respiro all’eurozona a fronte di minori rischi.

Fra pochi giorni Draghi forse svelerà il suo piano per sostenere ancora una volta Roma e Madrid nel caso arrivasse una richiesta di aiuto. Parlando a porte chiuse al Parlamento europeo, ha riferito il parlamentare del PPE Jean-Paul Gauzès, il numero uno della Bce ha rimarcato che l’acquisto di titoli di Stato con scadenza fino a tre anni non costituisce una violazione dei trattati comunitari. Come prevedibile, il sollievo dei bond italiani e spagnoli è stato ampio. Tuttavia, come ha ricordato una nota di Royal Bank of Scotland, «l’intervento della Bce sui mercati obbligazionari servirà a prendere tempo, non a risolvere i problemi di Italia e Spagna». Per quelli, la palla passa ai governi
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Caro amico,
ti mando qualcosa che ti chiarirà la mente . Tu dici che il risparmio italiano a fame d bond , non si direbbe.
Sono secoli che le banche italiane raccolgono risparmio per comprare titoli cosi i " "cosidetti banchieri" non vanno in buca e lo stato ottiene i soldi E' tutta una via che li vedo fare la slita manfrina
 

sergio gattinara

Membro dello Staff
Proprietario Casa
Che cosa intendi precisamente per "contingentare"?
Quando la Spagna en trò nella Comunità Europea dove vigeva la regola della libera circolazione dei suoi cittadini e soprattutto di libera scelta del paese dove andare a cercare lavoro i singoli paesi dela Comunità scelsero , ognuno basandosi sulle proprie necessità e condizioni di mercato, se mantenere il permesso d residenza ed l permesso di lavoro ovviamente allargando le maglie che prima frenavano l'afflusso Questo per un periodo di tre anni ( se non sbaglio) almeno così ricordo che è stato in Gran Bretagna dove lavoravo.
 

Nemesis

Membro Storico
Proprietario Casa
Quando la Spagna en trò nella Comunità Europea...
Anche in Italia è esistito a partire dal 2008 un regime transitorio in materia di accesso al mercato del lavoro dei cittadini neocomunitari romeni e bulgari. L'accesso al mercato del lavoro era libero nei settori agricolo e turistico alberghiero, di lavoro domestico e di assistenza alla persona, edilizio, metalmeccanico, dirigenziale e altamente qualificato, compresi i casi previsti dall'art. 27 del T.U. sull'immigrazione e lavoro stagionale. Per tutti gli altri settori produttivi, doveva essere richiesta una specifica autorizzazione all'ufficio competente (Sportello Unico per l’Immigrazione presso la Prefettura - UTG).
 

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