Gianco

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Se era una parete d'arredo poteva non essere inserita nella planimetria, come il camino, una libreria interni ad un locale. Mentre il vano ingresso va riportato nella planimetria. La logica è che l'ingresso viene conteggiato come 1/3 di vano, la parte interna che separa due zone dello stesso ambiente non altera la rendita catastale dell'unità immobiliare.
 

Daniele 78

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l'articolo cita: In estrema sintesi traduco e concludo che oggigiorno, pena la nullità dell’atto di compravendita, le planimetrie depositate al catasto devono essere conformi nelle misure e nelle destinazioni d’uso allo stato di fatto degli immobili e ciò deve essere imprescindibilmente garantito dal venditore.
Bene: su questo aprirei una discussione: un tratto di muro non delimitante un locale, esistente o non esistente in planimetria si può definire che modifichi la misura e la destinazione d'uso dell'immobile?
secondo me no, poi non nascondo che sto lavorando ad alcuni casi come quello in esame e la soluzione è quella che metterà in pratica angie68
Dipende, su un vecchio immobile (almeno fino ad inizio anni 80 fine 70) sicuramente una modifica interna (viste le differenze tra catasto di allora ed oggi) comporterebbero un rifacimento in quanto effettivamente comporterebbero un cambiamento anche nella rendita catastale dell'immobile. Su un immobile dal 2000 avanti direi che non cambia praticamente nulla, almeno da quello che ho visto io.
La normativa su cui tanto ci si dibatte il D.lgs.78/10 art.19 comma 14 è stato introdotto proprio per cercare di riequilibrare un pochino il catasto in quanto vecchissimi edifici con un classamento ormai anacronistico, nei fatti, se non soggetti a ristrutturazione non venivano mai aggiornati.
Non solo, molti venivano ristrutturati e non aggiornati (sia a livello comunale che a catasto) per cui non andavano poi ad aggiornarne la rendita (in aumento) ed è così che ancora oggi ci troviamo in un casino pazzesco.

Ovviamente @griz so che queste cose le sai, ho replicato al tuo messaggio per rispondere con la parte sottolineata, il resto sicuramente fa parte del bagaglio culturale sicuramente.
Sicuramente l'avvento del Docfa ha cambiato moltissimo il modo di fare catasto e si sta continuamente evolvendo, noto però che dopo la circolare 4/2009 del Agenzia Territorio (che introduceva disposizioni ben precise per l'approvazione di una planimetria catastale, introducendo anche il nuovo Docfa 4.0) non ci sono state più grandissime e sostanziali modifiche.
Certo rivedere i criteri attuali con una vecchia planimetria ante Docfa (se non erro '93) fa impressione già solo per la qualità delle informazioni riportate.
Credo anche che questa normativa sia stata realizzata per una migliore comprensione sia del proprietario, dei tecnici come noi e del notaio che dovevano devono e dovranno in futuro acquisire i dati per poter trasferire la proprietà di un'immobile come in questo caso.
 

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