Dunque, se con quel "anche" (a Te sarebbe stato donato un appartamento) tuo fratello ha ammesso di aver ricevuto in dono da vostro padre un appartamento significa che potrebbe non essersi nemmeno verificata quella lesione della sua quota di riserva che lamenta. Dipende ovviamente dal valore di quell'appartamento. Anche le sue donazioni infatti (mica solo le Tue, ammesso che Tuo fratello riesca a provare la natura donativa del tuo alloggio) devono essere imputate in collazione. E non solo, anche le spese che vostro padre avesse sostenuto in vita a causa del suo matrimonio (ma ovviamente anche quelle del tuo), per avviarlo all'esercizio di un'attività produttiva, per pagare i suoi debiti ed eventuali premi assicurativi sulla vita, devono essere imputate in collazione. Io comunque, prima di mandare la causa a sentenza, procederei alla riunione fittizia del "relictum" e della parte di "donatum" non controversa (ammesso che ci sia) (cioè conteggiando tutte le donazioni certe e non conteggiando il valore del tuo alloggio) poi, se tuo fratello risultasse contabilmente a credito, gli staccherei subito un assegno di pari importo e gli offrirei "banco iudicis" una certa somma a transazione (cioè senza nulla riconoscergli) tenendo come parametro il valore del tuo alloggio e considerando i rischi (reciproci) di causa. Far risultare agli atti un'offerta dignitosa e ragionevole è infatti sempre utile anche ai fini del contenimento delle spese di soccombenza (che ovviamente non Ti auguro). Non fare solo l'errore di modulare le tue scelte processuali per "punirlo" della sua mala fede, lo so è triste ma la cosa non rileva. Pensa solo all'aspetto economico ed ai rischi processuali e magari richiedi al tuo avvocato di prepararti una relazione snella che però li evidenzi con chiarezza.