Salve.
Abbiamo un ufficio con entrata indipendente in una città con molti turisti e vorremmo utilizzarlo per fitti brevi anche a turisti o persone di passaggio.
Facendo questo possiamo andare incontro a sanzioni di natura amministrativa?
Se ho ben compreso il quesito (contratto residenziale su immobile ad uso ufficio), la risposta è affermativa. La categoria catastale deve coincidere con la destinazione effettiva, concreta dei locali, anche a fini erariali, pertanto, occorre volturare catastalmente il bene da uso professionale ad uso abitativo (i piani regolatori rimangono comunque i padroni assoluti della materia) per adeguarlo al contratto ad uso turistico di breve durata che intenderesti stipulare, e darne comunicazione al competente Comune: la locazione turistica, oltre a quello civilistico-contrattuale, ha anche un altro aspetto, non meno insidioso, spesso disatteso o ignorato: quello amministrativo della regolamentazione turistica.
Ripercussioni per uso improprio del bene? In ambito civilistico, nessuna. In un atto locativo non ha alcuna importanza la categoria catastale che costituisce una qualificazione fiscale che non rileva nei rapporti contrattuali privati.
In ambito fiscale, no. In telematico sei bloccato prima dell'invio del file e il dato incongruo posto in evidenza (A/10 e L1 non vanno molto d'accordo, scordati la cedolare). Allo sportello, ancorchè infrequente, può capitare che il dato passi inosservato, ma al successivo controllo? Non devi pensare che poichè il contratto è stato registrato, allora sei a posto. Se intendi locare ad uso turistico un ufficio privato, con destinazione catastale "non abitativa", la mancata o errata indicazione dei dati catastali è considerato fatto rilevante ai fini dell'applicazione dell'imposta di registrazione ed è punta con la sanzione prevista dall'articolo 69 del TUR. La registrazione rimane comunque agli atti come prova evidente dell'irregolarità fisco-catastale all'Amministrazione del Territorio (oggi incorporata nell'Agenzia delle Entrate), anche se non è così scontato che il dato anomalo passi: esiste obbligo di denunciare la variazione e richiedere una nuova rendita catastale che, in difetto di enuncia spontanea, potrebbe essere attribuita d'ufficio.