Buongiorno a Voi,
per esperienza diretta in merito alla morosità nell'ambito di un contratto commerciale di locazione, ho provveduto ahimè solo dopo un anno di tentativi falliti di transazione amichevole fra le parti, ad inviare la raccomandata R.R. all'inquilino invitandolo formalmente a sanare il suo debito. Nessuna risposta, ma la raccomandata vale anche se non ritirata. Poi ho proceduto tramite il legale dell'associazione proprietari a procedere con lo sfratto per morosità. Essendo una locazione commerciale la sentenza è giunta dopo circa 3 mesi, quindi a breve. L'inquilino deve lasciare il locale il 30 aprile p.v. , ha un ulteriore mese di tempo e se il 30 maggio non consegna le chiavi devo procedere con un'altra causa, quindi altro onorario, per l'esecuzione forzata. Sostanzialmente e ben inteso, parlo da cittadina e non da addetta ai lavori, ma di fatto lo sfratto esecutivo serve solo a poter chiudere il contratto e finire di pagare imposte su affitti non percepiti, e non per poter rientrare in possesso della mia proprietà, il cui iter andrà per le lunghe. Purtroppo il malcostume e la legislazione che tutela solo l'inquilino nel permettergli di fare ciò che vuole, sono pillole amare, ma è la realtà tangibile in cui viviamo.
Quindi avendo altri due locali ad uso abitativo da affittare ho deciso in maniera incontrovertibile di inserire in contratto la garanzia fidejussoria a prima richiesta per almeno 12 mesi, di cui tre a garanzia dell'immobile e 9 a garanzia dei canoni. Nonostante ci siano varie formule anche quella assicurativa, di certo meno onerosa rispetto a quella bancaria, i locali sono ancora vuoti, nessuno dei vari "candidati" era in grado di sottoscriverla. L'unica consolazione è nella presumibile certezza che non andrò a pagare imposte su canoni non incassati.
Ciao
ti capisco perfettamente, poichè solo chi vive certe esperienze in prima persona può avere un idea di cosa significhi avviare uno sfratto nei confronti del proprio conduttore. La prima ferita da emarginare, come dicevi, effettivamente è quello di chiudere il contratto e mettere fine ai canoni "fittizzi" visto che l'Agenzia delle Entrate pretende anche l'IRPEF sui canoni di locazione non percepiti fino a quando non venga convalidato lo sfratto.
Convincersi che lo sfratto è una vera disgrazia è la realtà dei fatti, lo Stato tutela la parte debole (l'inquilino) ma mi sa tanto che la parte debole alla fine è il proprietario poichè chi sguazza in questa situazione è solo l'inquilino che continua ad abitare nella proprietà altrui senza pagare il canone e tra l altro neanche le spese condominiale quasi come se il proprietario per un certo periodo debba mantenre oltre che la sua di famiglia anche quella dell'inquilino! Che schifo!
Bhe, anch io, mi sono convinto che pretendere la fidejussione di qualunque genere , bancaria o assicurativa sia la miglior cosa anche se non tutti i conduttori sono disposti ad accettare una fidejussione.