ilpa1949

Membro Attivo
Proprietario Casa
Nella visualizzazione da PC appare la qualifica inquilino/conduttore. Comunque siamo alle solite: l'interessato pone la domanda e poi non interviene più per dare ulteriori chiarimenti.
 

Singe

Nuovo Iscritto
Conduttore
La mia domanda era riguardante più l'apertura di una luce o sezione nel muro anche se ho usato il termine demolizione. In questo caso servirebbe quindi la perizia di un geometra mentre, dato che non rientra nella planimetria o non c'è una variazione della stessa, non è neccessaria la comunicazione al catasto.

Sotto quale pratica comunale rientrerebbe questa operazione?

A chi ha avuto esperienze in questo tipo di lavoro, quali possono essere i costi?
 

griz

Membro Storico
Professionista
il costo dipende dal fatto che l'apertura che vuoi praticare sia su un muro portante o su un tavolato divisorio, se è su un tavolato è un'operazione abbastanza semplice: si tratta solo di inserire nella parte alta un elemento strutturale per supportare la muratura al di sopra e tagliare il muro come progettato, se invece il muro fosse portante va studiata una struttura che supporti il carico del muro stesso e lo scarichi su lati, niente di difficile ma è necessario un tecnico esperto
 

Luigi Criscuolo

Membro Storico
Proprietario Casa
Sotto quale pratica comunale rientrerebbe questa operazione?
Dalle domande che poni mi sembra di capire che vuoi fare tutto da solo.
Non serve alcun permesso né comunicazione in Comune per tutti quegli interventi di manutenzione ordinaria comprese le tinteggiature interne, il rifacimento di pavimenti e rivestimenti interni, la sostituzione di porte e di impianti, purché senza innovazione.

Non servirà più nessuna comunicazione, permesso o segnalazione, e quindi sono attività edilizia libera, per i seguenti interventi:
– opere di pavimentazione e finitura di spazi esterni, anche per aree di sosta, comprese le intercapedini interrate e non accessibili, le vasche di raccolta delle acque, i locali tombati;
– installazione di pannelli solari e fotovoltaici per gli edifici, al fuori dei centri storici;
– aree ludiche senza fini di lucro;
– elementi di arredo delle aree pertinenziali;
– gli interventi di manutenzione ordinaria;
– gli interventi di installazione delle pompe di calore aria-aria di potenza termica utile nominale inferiore a 12 Kw;
– gli interventi volti all’eliminazione di barriere architettoniche che non comportino la realizzazione di ascensori esterni o di manufatti che alterano la sagoma dell’edificio;
– le opere temporanee per attività di ricerca nel sottosuolo che abbiano carattere geognostico (tranne le attività di ricerca di idrocarburi) eseguite in aree esterne al centro edificato;
– i movimenti di terra pertinenti all’esercizio dell’attività agricola e le pratiche agro-silvo-pastorali, anche gli interventi su impianti idraulici agrari;
– le serre mobili stagionali, sprovviste di strutture in muratura, funzionali allo svolgimento dell’attività agricola;
le opere che soddisfano esigenze contingenti e temporanee, e che vengono rimosse al massimo entro novanta giorni dalla fine della necessità, diventano edilizia libera ma conservano un obbligo di comunicazione inizio lavori (una sorta di Cil).

Per tutto il resto hai bisogno di un tecnico edilizio iscritto al proprio albo professionale perché dovrà presentare a nome tuo o una CILA che significa Comuncazione Inizio Lavori Asseverata oppure una SCIA che significa Segnalazione Certificata Inizio Attività.
La SCIA dovrà essere utilizzata per:
– gli interventi di manutenzione straordinaria sulle parti strutturali dell’edificio;
– interventi di restauro e di risanamento conservativo riguardanti le parti strutturali dell’edificio;
– interventi di ristrutturazione edilizia;
– le varianti a permessi di costruire che non modificano parametri urbanistici e volumetrie, destinazione d’uso, categoria edilizia e che non alterano la sagoma degli edifici vincolati;
– le varianti a permessi di costruire che non portano a una variazione essenziale, ma solo se sono conformi alle prescrizioni urbanistico-edilizie e attuate dopo l’acquisizione degli eventuali atti di assenso richiesta dalla normativa sui vincoli paesaggistici, idrogeologici, ambientali, di tutela del patrimonio storico, artistico e archeologico e prescritti dalle altre normative di settore.
 

Singe

Nuovo Iscritto
Conduttore
L'intenzione era di chiedere al proprietario la possibilità di questi lavori, valutare i costi che comporta nel caso mi chieda una spartizione e capire la motivazione in caso di rifiuto.

I tempi che passano solitamente dalla richiesta alla documentazione e fine lavori a quanto ammontano? In base alle vostre esperienze.
 

Luigi Criscuolo

Membro Storico
Proprietario Casa
capire la motivazione in caso di rifiuto.
normalmente la casa viene locata nello stato in cui si trova; di solito nel contratto c'è scritto che sono vietati lavori edili che modifichino lo stato in cui è stato affittato l'appartamento. L'inquilino/conduttore, se vuole fare dei lavori edili nella casa affittata deve chiedere il permesso al proprietario. Il proprietario non deve giustificare il diniego. Se invece acconsente il permesso viene dato con la formula:"tutti i costi a carico dell'inquilino e diritto di chiedere a fine contratto d'affitto il ripristino dei locali nello stato in cui sono stati consegnati." .
 

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