Convinto che comprare italiano favorisse la nostra economia, nell'ormai lontano 80 acquistai una nuova FIAT campagnola, particolarmente spartana, sebbene il suo costo non si differenziasse dagli stessi fuoristrada giapponesi. Ebbi subito la sconcertante esperienza che, credo, mai nessuno abbia affrontato. Fu una delusione totale: affrontai vicissitudini che non basterebbe un'ora per descrivere i difetti e le battaglie che dovetti affrontare nel periodo di garanzia e dopo. Il "gioiello" della fabbrica italiana dovette sostare presso la filiale di Cagliari per 4 mesi intervallati durante il primo anno di possesso. Non potendo fare affidamento sulla sua disponibilità, acquistai una vettura Ford Fiesta. Certamente non potevo andare fuoristrada, ma si è dimostrata una macchina eccezionale ed affidabilissima. Tenni la Fiat per 8 maledetti anni, poi approdai sulle macchine giapponesi, Mitsubishi Pajero: perfette, ben rifinite, affidabili, versatili, indistruttibili. Né ho acquistato tre, una migliore dell'altra. La prima l'ho regalata, dopo 25 anni di onorato ed impegnativo servizio, quattro mesi fa.
A chi sostiene che i pezzi di ricambio delle straniere siano cari, rispondo che con la Fiat ho verificato il contrario, avendola dovuto fermare tantissime volte per gli interventi meccanici più incredibili. Le ultime con gli occhi a mandorla hanno avuto necessità di andare dal meccanico per la sostituzione delle pastiglie dei freni delle cinghie, conseguenza della normale usura.
Per gli esperti di meccanica: la campagnola, motore 2500 diesel aspirato, ha dato il meglio di se quando si è spezzato l'albero motore. Gli esperti sanno che alla sua estremità verso il volano-frizione-cambio viene trasferita la coppia massima, quindi lo sforzo maggiore. Mentre verso la puleggia che, tramite cinghia, aziona l'alternatore ed il servo sterzo, lo sforzo è minimo. Bene, sapete dove si è spezzato? In corrispondenza della prima bronzina, adiacente la puleggia. Da allora non ho più guidato una Fiat e quando prendo una macchina a noleggio, pretendo una marca differente.