Elizabeth

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si presenteranno dal notaio per l'atto di mutuo e con i soldi solo al secondo atto cieè quando il notaio gli ha relazionato la non esecuzione del diritto di prelazione.
E' appunto quello che ti dicevo nel mio messaggio: non vogliono rischiare che lo Stato eserciti il diritto di prelazione e loro si troverebbero con una operazione inutile. Più o meno come il deposito degli assegni che si svincolano dopo i 60 giorni o dopo l'avveramento
 

Paca

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Una volta forse era meglio.
Oggi lo stato sta cercando di ridurre i costi e quindi tagliare dove può.
Parlando di IMU, la non conferma di molti punti che erano validi per l'ICI, va a togliere molto .
Sempre che non cambi ancora qualcosa.
Non è ancora chiara quale sarà la rendita sulla quale calcolare le imposte.
 

Elizabeth

Nuovo Iscritto
Non è ancora chiara quale sarà la rendita sulla quale calcolare le imposte.
Se ti riferisci a Il sole24ore, credo abbia preso un grosso abbaglio oppure ha iniziato una campagna chi sa per quali secondi fini: la sentenza di Cass. 9 marzo 2011, n. 5518 ha chiarito che la base imponibile per i fabbricati con vincolo ex L. 1089/39 va comunque e sempre determinata con riferimento alla tariffa d'estimo più bassa della zona censuaria in cui ricade l'immobile e ciò indipendentemente dal tipo di imposizione (IRPEF sui fitti, ICI o qualunque altra tassa). Quelli del sole24ore dovrebbero leggere la sentenza citata che motiva perfettamente le ragioni costituzionali della tassazione agevolata per i fabbricati con vincolo storico e artistico

Aggiungo anche un ulteriore tesi letta in altro forum:
Innanzi tutto, la tesi interpretativa esposta nell'articolo del Sole appare superficiale ed approssimativa, perché non tiene conto di alcune fondamentali considerazioni giuridiche.
1) La disposizione prevista nominalmente ai fini ICI dall'art. 2, comma 5, del D.L. n. 16/1993 (conv. nella L. n. 75/1993) non era e non è affatto una semplice "agevolazione", ma è parte integrante di un sistema articolato di norme che delinea un vero e proprio regime fiscale SPECIALE previsto per gli immobili vincolati con riferimento ad una molteplicità di imposte (v. da ultimo Cass. 9 marzo 2011, n. 5518). E un regime fiscale speciale non si "spazza via" semplicemente perché manca un esplicito richiamo testuale nella disciplina di un'imposta che sostanzialmente e in parte anche formalmente coincide con la vecchia ICI
2) Se l'IMU fosse un tributo del tutto indipendente e nettamente distinto dalla vecchia ICI, non si spiegherebbe la necessità che il legislatore ha avvertito di abrogare alcune anorme relative alla sola Imposta Comunale sugli Immobili non richiamate esplicitamente nella normativa IMU.
In particolare perché si è sentita la necessità di abrogare l'art.58 comma 3 della legge n. 446/1997 in materia di detrazione per l’abitazione principale, che si riferisce alla sola ICI?
Ancora, se fosse vero che l'IMU non ha nulla a che vedere con l'ICI se non nei casi in cui la disciplina di quest'ultima viene espressamente richiamata, che bisogna c'era di abolire espressamente la norma che esentava i fabbricati rurali di cui all’art. 23 comma 1 bis della Legge n. 14/2009?
Quanto sopra dimostra che le norme sull'ICI costituiscono ancora il fondamento della regolamentazione della nuova IMU, anche se non ne sono esplicitamente richiamate, soprattutto laddove delineano un regime speciale, come nel caso degli immobili vincolati
Oltre a quanto sopra ci sono poi considerazioni di ordine costituzionale inerenti alla tutela del patrimonio storico-artistico della nazione ed altre di equità giuridica: se le normative richiamate nell'articolo in commento fossero davvero inapplicabili all'IMU, l'aumento dell'imposizione fiscale sugli immobili in parola non aumenterebbe dell'80-90%, come per la generalità degli altri fabbricati, ma in molti casi del 1100-1200%!
Il governo dovrebbe comunque dirimere la questione IMU fabbricati storici oppure a giugno vi saranno migliaia di contenziosi.
 

Elizabeth

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Sempre che non cambi ancora qualcosa.
Lettera del presidente dell'associazione Dimore Storiche del 12-01-2012

Cari Amici,

ho atteso alcuni giorni prima di scrivervi, per valutare con attenzione e con l’ausilio dei Vice Presidenti e del Consiglio Direttivo tutto, la nuova IMU.

Come sapete la situazione è molto poco chiara, dal momento che la normativa non prevede la conferma delle agevolazioni per le dimore storiche, come invece era per l’ICI, ma, allo stesso tempo, non ne cita l’abrogazione. Il testo, così come concertato, ci pone pertanto in una situazione di grande incertezza e autorizza ad una interpretazione ambivalente della questione, che potrebbe essere letta in maniera negativa – non riconferma delle agevolazioni, come in maniera positiva – non ne prevede l’abrogazione.

Il nostro pensiero, tuttavia, confortato anche dall’interpretazione di Confedilizia (http://www.confedilizia.it/Manovra Monti.pdf), è che, in base alla lettura della norma nella formulazione oggi vigente, possa sostenersi che tutta la normativa ICI sul calcolo della base imponibile, se non espressamente abrogata, non viene toccata e resta in vigore. Non avrebbe infatti alcun senso, se fosse vera la tesi opposta, l’aver specificatamente abrogato alcune norme relative all’ICI.

Dato l’attuale momento storico ed economico, estremamente difficile in cui l’Esecutivo sta deliberando enormi modifiche e tagli, con l’introduzione di notevoli tributi sul patrimonio, al fine di chiamare a grandi sacrifici TUTTI per ristabilire un equilibrio nell’economia nazionale, abbiamo ritenuto che, per un verso, sarebbe sicuramente controproducente tentare di ottenere a livello legislativo una modifica che riconosca la vigenza della precedente agevolazione anche in materia di IMU (con rischi di riesame e modifica delle altre agevolazioni) e, per l’altro verso, non vi è nessuna ragionevole probabilità che le nostre, pur motivate e ben comprensibili, istanze siano accolte dall’Esecutivo: rischieremmo di andare a chiedere a chi oggi non è in grado di concedere alcunché.

Stiamo convogliando quindi tutta la nostra attenzione e il nostro impegno, tramite incontri governativi e con le Istituzioni competenti, per cercare di ottenere un chiarimento ministeriale, o comunque interpretativo, che faccia luce sulla assoluta mancanza di chiarezza dell’attuale formulazione della norma.

Ciò che mi preme confermarvi è l’instancabile lavoro, mio personale e della Vice Presidenza, affinché, nei prossimi mesi, e in particolare in previsione del pagamento della I rata IMU, che, vi ricordo, scade a giugno, venga fatta chiarezza e sia ancora riconosciuta l’importanza costituzionale del patrimonio storico artistico nazionale, anche di proprietà privata. Ciò nell’ambito di una sempre più pressante e, speriamo, incisiva attività di evidenziazione della rilevanza e funzione sociale delle dimore storiche, che ci permetta di superare questo difficilissimo momento storico per l’Italia limitando al massimo i danni.

Incrociamo le dita!!!!!!!

Con i miei più cordiali saluti.

Il Presidente

Moroello Diaz della Vittoria Pallavicini
 

Paca

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Spero d non essere o.t.....
Per avere in acquisto il tasso agevolato al 3% il proprietario deve aver rispettato tutti gli obblighi di conservazione.
Per questo il notaio chiede al proprietario una dichiarazione avallata dalla soprintendenza delle belle arti dove viene dichiarato che è a posto.
Mi domando cosa succede ( a parte il tasso al 7%) nel caso questo non sia avvenuto e che "carte" ha in mano il nuovo acquirente per poter godere degli sgravi ( anche futuri) o per meglio dire se rischia di dover riportare allo stato originario l'immobile.
 

Elizabeth

Nuovo Iscritto
Spero d non essere o.t.....
Per avere in acquisto il tasso agevolato al 3% il proprietario deve aver rispettato tutti gli obblighi di conservazione.
Per questo il notaio chiede al proprietario una dichiarazione avallata dalla soprintendenza delle belle arti dove viene dichiarato che è a posto.
Mi domando cosa succede ( a parte il tasso al 7%) nel caso questo non sia avvenuto e che "carte" ha in mano il nuovo acquirente per poter godere degli sgravi ( anche futuri) o per meglio dire se rischia di dover riportare allo stato originario l'immobile.

Credo che siamo un po' OT, però velocemente vorrei rispondere che mi sembra un eccesso di zelo da parte del tuo notaio, poi nel caso la discussione si sposta ad altro topic. Né a me nè quelli che conosco hanno mai chiesto una dichiarazione avallata dalla Sovrintendenza. Eventuali sgravi ci sono perché il bene è vincolato e la manutenzione è obbligatoria perché ci sono sanzioni pesanti per inosservanza,non credo però che siano collegate le due cose, cioè non è che se non sono rispettati gli obblighi di conservazione tu perdi i benefici e acquisti pagando più imposte, non penso sia prevista questa opzione di poter lasciare deperire il bene perdendo gli sgravi, ma credo che a un controllo il proprietario pagherà le conseguenze per non aver custodito il bene. E' una mia interpretazione, e potrei sbagliarmi, che deduco anche da questo vecchio documento. Se poi intendi che ci sia stato un abuso edilizio per opere non autorizzate il discorso cambia totalmente, ma credo sempre slegato dalle agevolazioni di cui parli
 

Paca

Nuovo Iscritto
Grazie.
Il tutto è nato da una mia affermazione riguardo ad una sostituzione dei serramenti per i quali non so ne quando ne se fatti con permessi. Hanno fatto lavori dichiarati prima del vincolo.
Avendo letto le sanzioni... cercavo di prevenire futuri problemi partendo da "una fotografia certa" dell'immobile.
 

annalisa 1972

Nuovo Iscritto
Gentilissimi,
sono anch'io in fase di acquisto di un appartamento vincolato dai Beni Culturali, nello specifico a Milano. Ho intenzione di acquistarlo facendo l'atto unico, pertanto versero' l'intera cifra pattuita al momento del rogito. Nel caso in cui i Beni Culturali volessero usufruire del diritto di prelazione, entro i fatidici 60 gg, in che modo avviene il rimborso dei soldi che ho versato? In quanto tempo riuscirei a rientrare in possesso del capitale sborsato? Le spese notarili da me sostenute mi verrebbero rimborsate?

Grazie per la risposta.
Andrea
 

Paca

Nuovo Iscritto
A me il notaio ha detto che deve restituirli chi li ha ricevuti ( sempre che li abbia ancora), Al massimo c'è da attendere che lo stato paghi l'immobile preteso.
 

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