Antonio Azzaretto
Membro dello Staff
La politica "governa" il condomìnio, e ne orienta la gestione condominiale.
Di seguito vi lascio la nozione del termine "politica":
Si intende per politica l' insieme e lo svolgimento dei fatti e/o delle situazioni che causano direttamente e/o indirettamente le decisioni comuni assunte con procedure formali e/o informali dalle Comunità Residenziali.
Introduzione
John Clarke, famoso scrittore e scienziato americano, scriveva:
"Un politico pensa alle prossime elezioni; un uomo di stato alle prossime generazioni".
Questo celebre aforisma, seppur "adattato" alle nostre piccole esigenze, è molto utile anche per orientare l' attività degli amministratori di condomìnio.
Sono convinto, infatti, che gli amministratori debbano agire e comportarsi per creare delle organizzazioni "stabili", che possano durare anche quando daranno le consegne ai loro "successori".
L' orientamento politico degli amministratori
Per questo motivo, noi amministratori dobbiamo tendere ad avere un sistema di gestione uniforme e "standard", che promuova la trasparenza e la qualità della gestione condominiale.
Per fare in modo che ciò accada, i condòmini devono desiderare un comportamento coerente e standard dai loro amministratori.
Non si può pretendere che gli amministratori imparino a lavorare bene, se nessuno lo richiede!
Pertanto:
I condòmini possono imparare a governare il condomìnio imparando ad utilizzare procedure operative di qualità controllata.
Gli amministratori possono imparare anche loro a governare il condominio, imparando ad utilizzare procedure operative di qualità controllata.
La gestione condominiale come "processo virtuoso"
I condòmini e gli amministratori possono attivare questo "processo virtuoso", in modo che queste procedure operative possano essere "pensate", scritte e messe in opera dagli Enti Condomìnio per mezzo di apposite delibere di assemblea.
Mi preme evidenziare che se gli amministratori continueranno a restare "liberi" di gestire come più gli conviene (ossia mantenendo la situazione così come essa è attualmente), essi conserveranno il potere di "imporre" la loro volontà ai condòmini in modo assolutamente incontrollato ed incontrollabile.
Tutti possono constatare che oggi, tra un amministratore "onesto" ed un amministratore "affamato di potere e di tangenti", agli occhi dei condòmini e dei residenti non vi è alcuna evidente differenza.
Noi desideriamo creare la "differenza" per permettere ai condòmini di scegliere "il meglio" per loro stessi e per il governo dei loro beni comuni.
Di seguito vi lascio la nozione del termine "politica":
Si intende per politica l' insieme e lo svolgimento dei fatti e/o delle situazioni che causano direttamente e/o indirettamente le decisioni comuni assunte con procedure formali e/o informali dalle Comunità Residenziali.
Introduzione
John Clarke, famoso scrittore e scienziato americano, scriveva:
"Un politico pensa alle prossime elezioni; un uomo di stato alle prossime generazioni".
Questo celebre aforisma, seppur "adattato" alle nostre piccole esigenze, è molto utile anche per orientare l' attività degli amministratori di condomìnio.
Sono convinto, infatti, che gli amministratori debbano agire e comportarsi per creare delle organizzazioni "stabili", che possano durare anche quando daranno le consegne ai loro "successori".
L' orientamento politico degli amministratori
Per questo motivo, noi amministratori dobbiamo tendere ad avere un sistema di gestione uniforme e "standard", che promuova la trasparenza e la qualità della gestione condominiale.
Per fare in modo che ciò accada, i condòmini devono desiderare un comportamento coerente e standard dai loro amministratori.
Non si può pretendere che gli amministratori imparino a lavorare bene, se nessuno lo richiede!
Pertanto:
I condòmini possono imparare a governare il condomìnio imparando ad utilizzare procedure operative di qualità controllata.
Gli amministratori possono imparare anche loro a governare il condominio, imparando ad utilizzare procedure operative di qualità controllata.
La gestione condominiale come "processo virtuoso"
I condòmini e gli amministratori possono attivare questo "processo virtuoso", in modo che queste procedure operative possano essere "pensate", scritte e messe in opera dagli Enti Condomìnio per mezzo di apposite delibere di assemblea.
Mi preme evidenziare che se gli amministratori continueranno a restare "liberi" di gestire come più gli conviene (ossia mantenendo la situazione così come essa è attualmente), essi conserveranno il potere di "imporre" la loro volontà ai condòmini in modo assolutamente incontrollato ed incontrollabile.
Tutti possono constatare che oggi, tra un amministratore "onesto" ed un amministratore "affamato di potere e di tangenti", agli occhi dei condòmini e dei residenti non vi è alcuna evidente differenza.
Noi desideriamo creare la "differenza" per permettere ai condòmini di scegliere "il meglio" per loro stessi e per il governo dei loro beni comuni.