Salve, chissà se qualcuno è in grado di aiutarmi.
Abbiamo difficoltà di interpretazione di un testamento, ovvero il defunto alla sua morte lascia erede il nipote figlio di una delle figlie del defunto, immagino solo per la quota disponibile.
Ora il defunto ha 3 figli e ha due di questi lascia solo la legittima e alla terza (madre del nipote) lascia legato in conto di legittima, il diritto di abitazione sulla villetta caduta in eredità nel quale già vive.
Aggiungo che l'eredità è costituita da n.2 villette.
Ora fior di tecnici e addetti ai lavori, sostengono che il diritto di abitazione lasciato ad uno dei figli, debba intendersi solo sulla quota che gli sarebbe spettata in quanto legittima e che per tanto non gravi sull'intero da lei ereditato.
Infatti in un'ipotetica divisione alla figlia, alla quale è andato il diritto di abitazione, viene attribuita la quota di proprietà che gli sarebbe spettata in caso di legittima, con in più il diritto di abitazione sulla stessa.
Secondo voi è corretto così o alla figlia non dovevano essere attribuite quote di proprietà ma soltanto il diritto di abitazione?
Mi rendo conto di aver posto una domanda, assai difficile, tengo a precisare che dopo diverso tempo ancora non siamo venuti a capo della situazione, pare che questo testamento sia un vero rebus, e di difficile interpretazione!
Abbiamo difficoltà di interpretazione di un testamento, ovvero il defunto alla sua morte lascia erede il nipote figlio di una delle figlie del defunto, immagino solo per la quota disponibile.
Ora il defunto ha 3 figli e ha due di questi lascia solo la legittima e alla terza (madre del nipote) lascia legato in conto di legittima, il diritto di abitazione sulla villetta caduta in eredità nel quale già vive.
Aggiungo che l'eredità è costituita da n.2 villette.
Ora fior di tecnici e addetti ai lavori, sostengono che il diritto di abitazione lasciato ad uno dei figli, debba intendersi solo sulla quota che gli sarebbe spettata in quanto legittima e che per tanto non gravi sull'intero da lei ereditato.
Infatti in un'ipotetica divisione alla figlia, alla quale è andato il diritto di abitazione, viene attribuita la quota di proprietà che gli sarebbe spettata in caso di legittima, con in più il diritto di abitazione sulla stessa.
Secondo voi è corretto così o alla figlia non dovevano essere attribuite quote di proprietà ma soltanto il diritto di abitazione?
Mi rendo conto di aver posto una domanda, assai difficile, tengo a precisare che dopo diverso tempo ancora non siamo venuti a capo della situazione, pare che questo testamento sia un vero rebus, e di difficile interpretazione!
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