uva

Membro Storico
Proprietario Casa
A Torino alcune Associazioni hanno presentato al Comune, dopo aver raccolto le firme necessarie, una proposta di deliberazione di iniziativa popolare denominata "Vuoti a rendere".

Intendono coniugare il diritto di proprietà col diritto all'abitare, rendendo disponibili per la locazione case non utilizzate da almeno due anni ed in stato di "ingiustificato abbandono".
Già questo è poco chiaro, perché non si capisce cosa s'intende per "abbandono": forse immobili fatiscenti che comunque necessitano di ristrutturazioni importanti e costose per diventare abitabili. "Ingiustificato" mi pare altrettanto ambiguo.
L'iniziativa riguarda sia immobili di proprietà pubblica, sia di "grandi proprietari privati". Questi ultimi sarebbero Enti e persone fisiche proprietari di almeno 5 immobili (a meno che ci sia un errore e volessero scrivere 50).

Il tutto dovrebbe svolgersi in tre step:
- censimento degli immobili;
- invito o diffida da parte del Comune ai proprietari per trovare il modo di immettere quelle case sul mercato delle locazioni;
- sanzioni per chi non si adegua.

Il tutto verrà discusso in Consiglio Comunale e si prevedono molti pareri contrari.

L'argomento è controverso.
E' vero che a Torino il Comune ha lasciato andare in rovina degli edifici pubblici.
E' anche vero che grandi proprietari (nel senso di molte decine di immobili) privati affittano, magari in nero, case in pessimo stato di manutenzione, spesso a cittadini extraUE. Questo causa degrado in alcuni quartieri: delinquenza, spaccio di droga, prostituzione, ecc.
Però non è detto che la campagna "Vuoti a rendere", se andrà in porto, sia il modo più efficace per risolvere i problemi.

Nelle vostre città esistono iniziative simili?

Qui un articolo sull'argomento:

Qui il sito dei promotori che illustrano la loro proposta:
 

Heifetz

Membro Attivo
Proprietario Casa
Qui un articolo sull'argomento:

Qui il sito dei promotori che illustrano la loro proposta:
Molto interessante.

Per esempio, in Catalogna la Generalitat ha introdotto una normativa che permette ai comuni di espropriare temporaneamente gli appartamenti vuoti, qualora i grandi proprietari non giustifichino l'inutilizzo. L'obiettivo di questa misura è affrontare la carenza di alloggi accessibili e contenere l'aumento degli affitti, destinando gli immobili inutilizzati a soddisfare le necessità abitative dei residenti.

Link: Expropriation of empty homes owned by large-scale landlords
Nelle vostre città esistono iniziative simili?
A Rimini non esiste un'iniziativa identica a "Vuoti a rendere", ma sono presenti progetti e incentivi volti a recuperare immobili abbandonati, specie nelle zone turistiche, e politiche di edilizia residenziale sociale (housing sociale) per aumentare l'offerta di abitazioni a canone calmierato. Tuttavia, a differenza di Torino, l'approccio locale non impone obblighi ai grandi proprietari privati.

Molti edifici, soprattutto ex strutture ricettive, necessitano di ristrutturazioni importanti. Gli incentivi per il recupero immobiliare esistenti sono spesso difficili da ottenere, scoraggiando i proprietari a intervenire, nonostante questi spazi potrebbero contribuire ad alleviare la carenza abitativa. Quindi, la scarsità di immobili disponibili per locazioni a lungo termine complica la vita di chi risiede stabilmente o desidera trasferirsi.
Questa particolare situazione porta a un aumento dei canoni, aggravato dalla competizione con il turismo e i contratti stagionali, che saturano il mercato per periodi limitati.
 

uva

Membro Storico
Proprietario Casa
Interessante, non lo sapevo, grazie dell'informazione.

anche rivedere la politica fiscale.
Ridurre il bonus ristrutturazione per le "seconde case" che necessitano di interventi importanti non incentiva i proprietari a fare i lavori per proporle in affitto.
Ci sono persone che ereditano immobili in condizioni di manutenzione precarie e preferiscono svenderli piuttosto che investire in ristrutturazioni e poi affrontare tutti i rischi della locazione (leggi complicate, grane con gli inquilini, morosità).
 

Heifetz

Membro Attivo
Proprietario Casa
Sì, l'incentivo fiscale potrebbe essere utilizzato per favorire l’uso abitativo delle seconde case, mettendo in locazione o adibendo a residenza immobili che altrimenti rimarrebbero inutilizzati. In questo scenario, la ristrutturazione non sarebbe fine a sé stessa, ma finalizzata a risolvere la carenza di case in locazione e migliorare la qualità degli alloggi disponibili.

Oltretutto, in molte aree esistono immobili abbandonati o degradati che potrebbero essere riqualificati, ma che spesso non vengono ristrutturati a causa della difficoltà di attrarre investimenti.
in condizioni di manutenzione precarie e preferiscono svenderli piuttosto che investire in ristrutturazioni e poi affrontare tutti i rischi della locazione (leggi complicate, grane con gli inquilini, morosità).
Dal mio punto di vista, sarebbe opportuno riformare la normativa affinché si possa renderla più equilibrata e in grado di rispondere alle necessità attuali.

Cito un articolo dell'ANSA del 7 novembre: "Nel corso degli anni non si è riusciti a programmare per tempo un'offerta adeguata, specialmente nel segmento della locazione a costi accessibili", scrive Nomisma. Anzi, per la maggiore rischiosità percepita e le logiche di mercato, solo l'11% delle famiglie multiproprietarie prevede di affittare le proprie abitazioni con formule a medio termine.

Link: Nomisma, comprare casa sempre più dura, 2 su 3 non possono
 

Elisabetta2

Membro Attivo
Professionista
Sì, l'incentivo fiscale potrebbe essere utilizzato per favorire l’uso abitativo delle seconde case, mettendo in locazione o adibendo a residenza immobili che altrimenti rimarrebbero inutilizzati. In questo scenario, la ristrutturazione non sarebbe fine a sé stessa, ma finalizzata a risolvere la carenza di case in locazione e migliorare la qualità degli alloggi disponibili.

Oltretutto, in molte aree esistono immobili abbandonati o degradati che potrebbero essere riqualificati, ma che spesso non vengono ristrutturati a causa della difficoltà di attrarre investimenti.

Dal mio punto di vista, sarebbe opportuno riformare la normativa affinché si possa renderla più equilibrata e in grado di rispondere alle necessità attuali.

Cito un articolo dell'ANSA del 7 novembre: "Nel corso degli anni non si è riusciti a programmare per tempo un'offerta adeguata, specialmente nel segmento della locazione a costi accessibili", scrive Nomisma. Anzi, per la maggiore rischiosità percepita e le logiche di mercato, solo l'11% delle famiglie multiproprietarie prevede di affittare le proprie abitazioni con formule a medio termine.

Link: Nomisma, comprare casa sempre più dura, 2 su 3 non possono
alle necessità attuali, non ci devono pensare i privati, ci deve pensare lo stato. Se il 90% degli alloggi a canone calmierato viene dato a stranieri, per forza gli italiani restano fuori.
 

Heifetz

Membro Attivo
Proprietario Casa
non ci devono pensare i privati
In pratica, lo Stato non sempre riesce a intervenire in modo capillare, le risorse pubbliche sono limitate e in molti casi è necessario il contributo dei privati per raggiungere più rapidamente determinati obiettivi. Incentivare i cittadini a mettere in locazione le seconde case, ad esempio tramite agevolazioni fiscali o formule di garanzia, potrebbe contribuire ad alleviare la carenza di alloggi, alleggerendo la pressione sul solo intervento pubblico.

La carenza di alloggi è un problema concreto, con ripercussioni significative sull'economia, sul benessere delle persone e sulla stabilità sociale.
Se il 90% degli alloggi a canone calmierato
Il 90%?
viene dato a stranieri
Gli alloggi a canone calmierato vengono assegnati sulla base di requisiti quali il reddito, la composizione del nucleo familiare e situazioni di vulnerabilità socio-economica, la cittadinanza di per sé non rappresenta un criterio discriminante per l'accesso agli alloggi, ciò che conta è la situazione economica e sociale del richiedente (alcuni dati ISTAT e dei Comuni mostrano che le famiglie straniere hanno una maggiore probabilità di vivere in condizioni di sovraffollamento e di reddito più basso rispetto alla media italiana).
per forza gli italiani restano fuori.
In alcuni casi specifici, le famiglie italiane possono incontrare difficoltà nell'accesso a queste abitazioni, soprattutto in alcune aree urbane dove la domanda di case popolari supera l'offerta disponibile. Questo squilibrio tra domanda e offerta rappresenta un problema significativo (uno dei tanti già citati), che limita l'accesso alle persone bisognose, creando una pressione sui sistemi di assegnazione degli alloggi.
 

uva

Membro Storico
Proprietario Casa
ci deve pensare lo stato
In parte ci pensano gli Enti locali con il social housing, a Torino anche grazie al sostegno delle Fondazioni bancarie.
Ma non è sufficiente.

è necessario il contributo dei privati
Concordo con @Heifetz : anche secondo me sarebbe utile una collaborazione tra "pubblico" e "privato". Auspicando che i proprietari privati grandi/medi/ piccoli siano ben rappresentati e tutelati dalle loro Organizzazioni sindacali (cosa che per ora non avviene).

La proposta di deliberazione, che allego, tenta di dare una risposta ad un problema concreto. Probabilmente verrà bocciata o ridimensionata, ma il problema dell'emergenza abitativa rimane.
 

Allegati

  • Delibera.pdf
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