gattaccia

Membro Assiduo
Proprietario Casa
secondo me se un contribuente paga tutte le tasse (spesso anche assurde) ha una sorta di "cinico diritto" a disinteressarsi del sostegno ai poveri, perchè è lo Stato che appunto deve ridistribuire in modo appropriato ed efficace la ricchezza incassata con le tasse: è infatti evidente che un singolo proprietario può, se vuole e può permetterselo, ridurre l'affitto, aspettare con pazienza i pagamenti dei canoni senza sparare sfratti immediati etc. etc., tuttavia è altrettanto evidente che lo stesso singolo proprietario non può farsi carico della povertà in generale

e infatti i sostegni alla povertà almeno sulla carta ci sono, assieme ad altri bonus o esenzioni, tanto che esaminando tutte le agevolazioni etc. sembrerebbe che lo sfratto sia un evento raro ed eccezionale, e invece sappiamo che così non è, secondo me perchè da una parte è vero che ci sono i professionisti del vivere a sbafo (non saprei in che percentuale), tuttavia mi pare evidente che le norme così come sono non funzionano come dovrebbero, il che spaventa ed esaspera i locatori, e i soldi che sono a disposizione evidentemente sono impiegati poco e male
 

mapeit

Membro Senior
Proprietario Casa
scusate se intervengo ancora ma quanto ho scritto "gli adulti vengono lasciati per strada" non pensavo avrei suscitato un putiferio politico-sociale.
Contemperare diritti ed esigenze è una questione filosofica. Rimane il fatto che quando San Francesco donò i suoi beni ai poveri, non ci fu un arricchimento generale nella città di Assisi.
Nei paesi anglosassoni, la religione luterana-calvinista non ammette "il povero" o la crocifissione del ricco. Se ti dai da fare e raggiungi la dignità del vivere significa che Dio è con te
Nei paesi cattolici c'è la demonizzazione del ricco: "entra prima un cammello nella cruna dell'ago che un ricco in paradiso". Quindi essere o diventare ricco è demoniaco.
La conclusione è che nei paesi luterani-calvinisti il sistema parrocchiale viene in soccorso di questa gente e lo fa a modo suo: cene di beneficenza per ospedali, scuole e alloggi temporanei (con tanto di abiti lunghi, buona cena e buon vino, molto paternalistico).
Nei paesi cattolici il "ricco" ha paura di aiutare e invoca lo stato.

Detto questo a fronte di proprietari che affittano in nero, che pur pagando fior di tasse non hanno analogo rispetto da parte degli organi dello stato, abbiamo inquilini morosi professionisti, che lasciano case peggio di una discarica.
A questo punto mi chiedo:
- lo stato privilegia alcune categorie deboli e le protegge ad oltranza;
- le leggi devono essere rispettate ma alcune lo sono meno delle altre
- ci sono lupi travestiti da agnelli (il moroso professionista)
- ci sono agnelli con la veste di lupo (il proprietario che affitta in nero)
Ma se facessimo rispettare le leggi che ci sono? Vale a dire in soli due semplici punti:
- burocrazia efficiente in tema di aiuti, bonus e relativi controlli
- giustizia veloce
L'UPPI non potrebbe pensare a questo due temi? forse avrebbe risposte migliori
I
Sono pienamente d'accordo.
Burocrazia veloce = meno adempimenti, dichiarazioni, atti notori ... fino a prova contraria fa fede ciò che il cittadino dichiara; se dichiara il falso va in galera;
Giustizia veloce = rivedere le norme di procedura civile in tema di locazioni (e magari anche le Leggi specifiche)
 

basty

Membro Storico
Proprietario Casa
Ho letto qui una curiosa affermazione: in aiuto ai “poveri” verrebbe la “innovazione tecnologica”

Ne siete proprio convinti?

In passato ogni rivoluzione industriale ha messo sul lastrico la popolazione contemporanea. Solo un nuovo modello di società ha permesso di trarre vantaggio, ma solo per le generazioni successive
 

paololorenzo88

Membro Attivo
Proprietario Casa
Ho letto qui una curiosa affermazione: in aiuto ai “poveri” verrebbe la “innovazione tecnologica”

Ne siete proprio convinti?

In passato ogni rivoluzione industriale ha messo sul lastrico la popolazione contemporanea. Solo un nuovo modello di società ha permesso di trarre vantaggio, ma solo per le generazioni successive
i poveri 100 anni fa facevano una vita meno decorosa di quella che fanno oggi, ed i poveri di 200 anni fa non arrivavano a 30 anni, è un fatto.
 

basty

Membro Storico
Proprietario Casa
i poveri 100 anni fa facevano una vita meno decorosa di quella che fanno oggi, ed i poveri di 200 anni fa non arrivavano a 30 anni, è un fatto.
Certamente: ma l'effetto immediato è la perdita di posti di lavoro, che hai tempi era riferita a manodopera poco qualificata. Oggi si riflette anche su impieghi di basso-medio livello. La generazione che ne viene interessata ben difficilmente riesce a riconvertirsi, qualificarsi o inventarsi una nuova occupazione.
E come sarà il fururo non lo sa nessuno.

Salvo sia giunto il momento per considerare una soluzione che 20 anni fa sembrava ancora paradossale:

"Dato che i beni sono a disposizione e richiedono meno lavoro, la strada potrebbe essere la riduzione generalizzata dell'orario lavorativo, con più tempo libero" (globalizzazione permettendo)

Una ventina di anni fa L. Gallino aveva scritto un saggio dal titolo "Se tre milioni vi sembrano pochi - Sui modi per combattere la disoccupazione": con effetto piuttosto choccante, e preso sottogamba da molti. Ricordo un dibattito televisivo con un Gallino, poco avvezzo all'ambiente TV, e Brunetta che spiegava cosa Gallino intendeva sostenere, non condividendone gli assunti e criticando le conclusioni.

Credo meriterebbe una rilettura: anzi, adesso che me lo hai fatto ricordare, mi sa che lo rileggo per vedere chi aveva ragione.....
 

uva

Oggi è il mio Compleanno!
Proprietario Casa
Ritornando in tema (sospensione esecuzione sfratti) condivido quanto ha scritto @paololorenzo88 :
le fasce veramente deboli non si aiutano con il blocco degli sfratti,

Naturalmente l'iniziativa dell'Uppi per opporsi a queste continue sospensioni non vuole e non può risolvere i problemi della disoccupazione e della povertà in generale.
Alcuni pensano sia solo un'azione inutile e di facciata, mentre a me pare un buon inizio per opporsi ad un'iniziativa del Governo italiano che è ingiusta nei confronti sia dei proprietari/locatori che degli inquilini sfrattati.
I proprietari sono lesi nel loro diritto di rientrare in possesso dell'immobile in tempi ragionevoli, dopo che un giudice ha verificato il torto del conduttore e convalidato lo sfratto (magari dopo aver concesso il termine di grazia "a prescindere"...)
Gli inquilini sfrattati, se in reali condizioni di difficoltà/povertà magari aggravate dalla pandemia in corso, potrebbero ambire ad un sostegno statale nel ritrovare una soluzione abitativa.

L'opportunità di rivedere le leggi che regolano le locazioni è importante.
Ma tipologie contrattuali diverse non risolverebbero il problema dell'emergenza abitativa se alla fine l'inquilino non può pagare e il locatore privato cittadino non può sostenere l'onere di un immobile occupato a tempo indeterminato che non produce reddito e ha dei costi fissi (spese condominiali, IMU, ecc).
 

basty

Membro Storico
Proprietario Casa
e ha dei costi fissi (spese condominiali, IMU, ecc).
... non dimenticando IRPEF e manutenzioni varie...

Il blocco degli affitti e degli sfratti protratti per lungo periodo, ha storicamente dei precedenti deleteri: Tu credo ricorderai come me i blocchi del dopoguerra protrattisi per decenni: col risultato di interi quartieri che per più di 50 anni non hanno più avuto manutenzioni e ristrutturazioni. Il risultato è stato un progressivo decadimento di interi isolati/quartieri:
Mi vengono in mente case a ridosso della Gran Madre lungo c.so Moncalieri, per ricordare zone in vista..... per me di passaggio, ma se ne potrebbero citare molte altre.

Tra le proposte di rilancio, non ho più sentito parlare di un piano di edilizia popolare: notoriamente l'edilizia sarebbe un volano storico per l'economia italiana; è però vero che di costruzioni ce ne sono oggi in abbondanza: forse oggi sarebbe più attuale un bonus ristrutturazioni di edilizia privata, a carico dello stato, a fronte di locazioni pluriennali calmierate, gestite da enti pubblici a fronte di un contratto poliennale coi privati.
 
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