Dalla tabella sotto riportata sembra che, considerata la rinuncia agli aumenti ISTAT (che sono in crescendo, causa la maggiore inflazione che si sta registrando) dei benefici fiscali si possano ottenere dallo scaglione di reddito da 28.000,00 € in sù:
Scaglioni IRPEF
Contratti affitto ordinari a partire dal 2011 Contratti affitto a canone concordato a partire dal 2011
Imposizione ordinaria cedolare secca Differenza Imposizione ordinaria cedolare secca Differenza
Fino a 15 mila
Da 15 mila a 28 mila
Da 28 mila a 55 milaù
Da 55 mila a 75 mila
oltre 75 mila
23,00
26,40
35,75
38,30
40,00
21,00
21,00
21,00
21,00
21,00
-2,00
-5,40
-14,75
-17,30
-19,00
16,10
18,48
25,02
26,81
28,00
19,00
19,00
19,00
19,00
19,00
+2,90
+0,52
-6,02
-7,81
-9,00
Confrontando i dati si può notare come la forchetta del 19% prevista per i canoni concordati e del 21% per i canoni liberi porta a dei vantaggi solo al crescere del reddito; inoltre, chi stipula un contratto a canone concordato e possiede un reddito fino a 25 mila euro è ancora più penalizzato rispetto al regime attuale (al proprietario è lasciato solo il 2% del differenziale di imposizione). Ciò comporterà come conseguenza un sempre minor ricorso alla stipula di contratti a canone concordato che offrono, invece, agli gli inquilini delle garanzie maggiori rispetto al contratto a canone libero.
Nei contratti di affitto ordinari fino a 15 mila euro di reddito si può notare una differenza di solo il 2%, mentre la forchetta tende a crescere con l’aumento del reddito, passando al 5,40% nello scaglione con redditi da 15mila a 28 mila euro; si arriva ad un differenziale del 14,75% nello scaglione con reddito fino a 50 mila euro ed al 17,30% nello scaglione di 75 mila euro fino ad arrivare ad una differenza del 19% in quello con oltre 75mila euro. Sicuramente tale regressione dell’imposizione nei scaglioni di reddito più elevati può avere il vantaggio di portare ad una possibile diminuzione dell’evasione fiscale.
Nei contratti con canone concordato si nota, invece, che nei primi due scaglioni di reddito la differenza è addirittura negativa in quanto l’imposizione fiscale è del 2,9% più elevata in regime di cedolare secca nello scaglione fino a 15 mila euro e dello 0,52% nel secondo scaglione fino a 28 mila euro. La convenienza della cedolare secca si registra solo a partire da un reddito di 29 mila