La famigerata S.p.A ACEA di Roma ne ha fatta un'altra.
Circa 4 mesi or sono, in occasione di importanti lavori, ha ridotto la pressione di erogazione dell'acqua, tanto che gli utenti del mio condominio (complesso di abitazioni a schiera) hanno dovuto usare in modo continuativo l'autoclave, che hanno per motivi precauzionali eccezionali, tollerando la cosa, ritenuta in rapporto ai lavori.
Ora i lavori sono terminati da circa un mese ma la pressione non è più tornata normale, cioè come è sempre stata, tanto che ogni volta che si apre un rubinetto, anche al pianterreno, entra in funzione l'autoclave, con spesa doppia per l'acqua e per l'energia elettrica, senza contare l'usura dell'autoclave.
E' stato inviato reclamo, cui è seguita la visita del fontaniere. Questi ha misurato la pressione idrica, trovandola quasi al limite minimo contrattualmente previsto, cioè 1,9 bar (con valori contrattualmente previsti, a suo dire, da 1,5 a 7).
Lo stesso ha accennato al fatto che, con molta probabilità, le nuove valvole istallate sulle nuove tubazioni principali verso la diramazione per la nostra strada non sono state "aperte" tanto quanto lo erano prima dei lavori, per cui c'è stato il calo di pressione riscontrato.
L'ACEA, ovviamente, ha risposto in modo burocraticamente ineccepibile: la pressione di erogazione rientra nei limiti previsti, quindi portarla ai piani è onere vostro. E' vero, ma fino a 4 mesi or sono non era così: la modifica della pressione l'ha fatta ACEA unilateralmente e ora, come accennato, ci troviamo con un aggravio sulla bolletta elettrica (di questi tempi!) per colpa di ACEA.
A detta del fontaniere, quella attuale dovrebbe portare l'acqua a circa 10-12 mt di altezza (cosa di cui dubito, perchè già al pianterreno è necessario l'uso dell'autoclave) e, per arrivare ai 15 di altezza delle abitazioni basterebbe aprire la valvola generale su strada di qualche decimo per riportarla su 2,2-2,4 bar, cioè una sciocchezza.
Qualcuno può darmi qualche consiglio su cosa fare o su come comportarsi o a chi rivolgersi per costringere il leviatano ACEA (è praticamente impossibile contattare direttamente un impiegato o un dipendente: l'unico con cui si è avuto un contatto è stato il fontaniere) a ripristinare la pressione antecedente, oltre ad inviare un nuovo reclamo collettivo?
Circa 4 mesi or sono, in occasione di importanti lavori, ha ridotto la pressione di erogazione dell'acqua, tanto che gli utenti del mio condominio (complesso di abitazioni a schiera) hanno dovuto usare in modo continuativo l'autoclave, che hanno per motivi precauzionali eccezionali, tollerando la cosa, ritenuta in rapporto ai lavori.
Ora i lavori sono terminati da circa un mese ma la pressione non è più tornata normale, cioè come è sempre stata, tanto che ogni volta che si apre un rubinetto, anche al pianterreno, entra in funzione l'autoclave, con spesa doppia per l'acqua e per l'energia elettrica, senza contare l'usura dell'autoclave.
E' stato inviato reclamo, cui è seguita la visita del fontaniere. Questi ha misurato la pressione idrica, trovandola quasi al limite minimo contrattualmente previsto, cioè 1,9 bar (con valori contrattualmente previsti, a suo dire, da 1,5 a 7).
Lo stesso ha accennato al fatto che, con molta probabilità, le nuove valvole istallate sulle nuove tubazioni principali verso la diramazione per la nostra strada non sono state "aperte" tanto quanto lo erano prima dei lavori, per cui c'è stato il calo di pressione riscontrato.
L'ACEA, ovviamente, ha risposto in modo burocraticamente ineccepibile: la pressione di erogazione rientra nei limiti previsti, quindi portarla ai piani è onere vostro. E' vero, ma fino a 4 mesi or sono non era così: la modifica della pressione l'ha fatta ACEA unilateralmente e ora, come accennato, ci troviamo con un aggravio sulla bolletta elettrica (di questi tempi!) per colpa di ACEA.
A detta del fontaniere, quella attuale dovrebbe portare l'acqua a circa 10-12 mt di altezza (cosa di cui dubito, perchè già al pianterreno è necessario l'uso dell'autoclave) e, per arrivare ai 15 di altezza delle abitazioni basterebbe aprire la valvola generale su strada di qualche decimo per riportarla su 2,2-2,4 bar, cioè una sciocchezza.
Qualcuno può darmi qualche consiglio su cosa fare o su come comportarsi o a chi rivolgersi per costringere il leviatano ACEA (è praticamente impossibile contattare direttamente un impiegato o un dipendente: l'unico con cui si è avuto un contatto è stato il fontaniere) a ripristinare la pressione antecedente, oltre ad inviare un nuovo reclamo collettivo?